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Campania resta arancione, ristoratori sul piede di guerra: "Chi ci rimborsa per la merce acquistata?"

"Campania arancione dopo 12 ore dal decreto Conte. Abbiamo organizzato locali, ristoranti e bar, facendo ordini di merce, organizzando personale, allestando anche l'albero di Natale. Possiamo anche concordare la decisione ma si doveva decidere prima. Ora chi ci rimborsa per tutta la merce acquistata?". E' la denuncia in un video di Enrico Schettino proprietario della catena di ristoranti e locali asiatici Giappo sull'ordinanza di De Luca che impedisce ai campani di diventare zona gialla, restando arancioni con ulteriori restrizioni.

Pur avendo sempre appoggiato la linea della sicurezza questa volta si lascia andare ad uno sfogo contro l’ordinanza della Regione Campania. Del resto, solo in questa regione Giappo conta ben quindici ristoranti giapponesi: un’impresa non da poco organizzare tutto in poche ore per riaprire l’indomani e ritrovarsi, poi, con un nulla di fatto. "Non mi son mai sentito inferiore a qualcuno per essere campano - spiega Schettino - prima di oggi. Ho sempre lottato per la mia terra, dove ho investito tempo e denaro, fino ad aprire 15 ristoranti solo in Campania. Per tanti era un vanto, perché riuscire a fare impresa qui è veramente complesso. Da qualche mese, però, questa prerogativa ha danneggiato me e le mie aziende. Abbiamo cominciato a subire danni quando a marzo ci è stato vietato di fare take away e delivery, mentre tutte le altre regioni d’Italia lo permettevano, e tante aziende competitor fatturavano migliaia e miglia di euro. Ci siamo rimboccati le maniche, siamo ripartiti a maggio, proprio grazie al delivery, dopo mesi di battaglie mediatiche, perché, oggi, hanno più valenza di una battaglia legale. Ci troviamo, purtroppo, a dover farne un’altra. Il Presidente Conte ha previsto l’apertura di tutte le attività commerciali per 3 giorni, dal 20 al 22 dicembre, dandoci un preavviso di sole 24 h. Non ho preso di buon grado questa decisione per il caos che avremmo sopportato questi giorni ed i rischi di salute cui incorrevamo, ma stamattina, per il bene dell’azienda, per permettere ai dipendenti di lavorare a pieno, per far girare l’economia, ho iniziato a lavorare alle 6 del mattino. Rappresento un marchio che, solo in Campania, conta 12 punti. Organizzare un’apertura improvvisa non è cosa semplice. Personale da confermare con turnazioni, casse integrazioni da sospendere, personale in supporto da chiamare, e poi c’è la merce da ordinare. Un ristorante giapponese deve rifornirsi di tonno, salmone, spigola, gamberi etc etc. Farlo in ventiquattr'ore, di sabato, a Natale, non è cosa facile. Ho dovuto pregare i fornitori di garantire il servizio ai punti e consegnare in giornata. Ho fatto tutto questo, finanche gli allestimenti natalizi ho comprato. Tutto inutile. Alle 16 - continua l’imprenditore napoletano - ricevo la notizia che il Governatore De Luca ha emanato un decreto per il quale la Campania è zona arancione. Una scelta che si può condividere o criticare e che, personalmente, ritengo anche giusta. Sono le modalità ed i tempi che ci hanno destabilizzato. Un danno economico di non poco valore. Sto cercando di ricorrere ai ripari, fermando gli ordini non ancora scaricati e chiedendo il ritiro di ciò che è già stato consegnato: ma è sabato sera, il sabato di Natale per giunta. Sto modificando turni, chiamando il personale per disdire ogni possibilità di lavoro. Sto cancellando la comunicazione già postata e promozionata sui social. Sto chiamando i clienti che avevano già prenotato. Sto facendo un lavoro enorme, per evitare ulteriori perdite in un periodo già critico. Mi chiedo - conclude Schettino - se sia giusto subire tutto questo, e per quanto tempo ancora dovremo sopportare le conseguenze delle diatribe politiche tra Governo, Regione e Sindaci, in cui le uniche vittime siamo noi cittadini”.

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