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Cronaca

La camorra che ha approfittato del Covid: la nuova mappa dei clan a Napoli

I grandi cartelli criminali lasciano le attività più esposte ai piccoli gruppi e si concentrano sugli affari nazionali e internazionali

L'arretratezza economico-sociale rappresenta uno dei terreni più fertili per le organizzazioni criminali e questa circostanza è stata acuita dalla crisi economica dovuta alla pandemia. È quanto sottolinea la relazione semestrale della Direzione nazionale antimafia presentata al Senato. Partendo dal rapporto Indice di Permeabilità dei territori alla Criminalità Organizzata (IPCO) presentato da Eurispes, l'Antimafia ha evidenziato come Campania e Calabria siano i due territori più soggetti a questo tipo di problema e come il Covid l'abbia peggiorato. Una crisi economica che ha generato malessere tra le classi popolari a cui è andata incontro, sfruttandola, la camorra. Attraverso azioni di soccorso ha migliorato il proprio prestigio e consenso sociale in alcune aree della regione.

La relazione cita anche il procuratore di Napoli, Gianni Melillo, secondo cui la pandemia ha rappresentato anche un'opportunità per la camorra per diversificare i propri affari e appropriarsi di aziende in difficoltà. Passando a un'analisi del fenomeno camorristico, la relazione spiega come esistano due livelli per quanto riguarda le organizzazioni criminali. Da una parte le piccole consorterie in continua lotta sul territorio e alla ricerca di prestigio criminale. Dall'altra i grandi cartelli che fanno affari in tutta Italia e provano anche a tenersi lontane dalle dinamiche da strada. Anche gli omicidi vengono utilizzati per epurazioni interne necessarie a mantenere lo status quo.

La camorra a Napoli

Per quanto riguarda il fenomeno prettamente nell'area cittadina, i grandi cartelli criminali ormai hanno scelto la strada del “subappalto” delle attività più esposte come il racket o lo spaccio di sostanze stupefacenti. Se ne occupano per loro i piccoli gruppi criminali sul posto che ruotano nell'orbita del cartello principale. L'obiettivo delle cosche più “evolute” restano gli affari nazionali e internazionali e l'infiltrazione dell'economia legale. Per questo le altre attività vengono lasciate ai gruppi del contesto urbano che afferiscono comunque nel centro cittadino o ai Mazzarella o all'Alleanza di Secondigliano, nella zona orientale anche ai Rinaldi, De Luca Bossa, Minichini e Cuccaro Aprea, mentre nell'area settentrionale anche agli Amato-Pagano.

Tutti i clan nella città di Napoli 

Area Centrale - quartieri Avvocata, San Lorenzo/Vicaria, San Carlo Arena/Stella, Mercato/Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia/San Ferdinando/Posillipo.

MAZZARELLA, SIBILLO, RINALDI, gruppo FERRAIUOLO, AMIRANTE, BUONERBA, SIBILLO-BRUNETTI-GIULIANO- DE MARTINO, VICORITO, CUOMO, CALDARELLI, PAPI-IAFULLI CONTINI, BOSTI, LICCIARDI, MALLARDO, SALTALAMACCHIA, MASIELLO, ESPOSITO, MARIANO, RICCI-D’AMICO, TRONGONE, PRINNO, MONTESCURO, LEPRE, SEQUINO, VASTARELLA, MAURO, SAVARESE, ELIA, famiglia NOCERINO, STRAZZULLO, PICCIRILLO, CIRELLA, FRIZZIERO, CALONE.

Area Settentrionale – quartieri Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano, Vomero e Arenella.

LO RUSSO, VANELLA-GRASSI, AMATO-PAGANO, DI LAURO, LICCIARDI, ABETE, ABBINANTE, famiglia NOTTURNO, MARINO, CESARANO, CARELLA, GRIMALDI, MAIONE, RISPOLI, gruppo CIFRONE, PERFETTO, BALZANO-SCARPELLINI-D’ERRICO, famiglia STABILE, CIMMINO, CAIAZZO.

Area Orientale – quartieri Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra

MAZZARELLA, RINALDI-REALE, SILENZIO, MINICHINI-SCHISA-DE LUCA BOSSA, CUCCARO-APREA, D’AMICO, MONTESCURO, FORMICOLA, DE MICCO, D’AMICO, DE MARTINO, famiglia CASELLA.

Area Occidentale - Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Rione Traiano, Soccavo.

TRONCONE, TOMMASELLI- MARFELLA, famiglia SORIANIELLO, VIGILIA, MELE, ESPOSITO, PESCE, D’AUSILIO, SORPRENDENTE, ESPOSITO, IADONISI, CUTOLO, PUCCINELLI, SORIANIELLO.

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