rotate-mobile
Cronaca

Camorra: ristoratori e medici collusi, così il clan faceva affari

Operazione coordinata dalla Dda di Napoli con 45 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri: duro colpo al clan Mariano. Le indagini partite nel 2009

Traffico di stupefacenti, estorsione, commercio di prodotti griffati contraffatti (dalle scarpe della Hogan agli orologi Rolex): ecco le attività illecite con le quali si arricchiva il clan Mariano oggetto di un duro colpo inferto oggi dalle forze dell'ordine a compimento di un'operazione coordinata dalla Dda di Napoli con 45 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri (36 in carcere e 9 ai domiciliari, 2 erano gia' detenuti, 7 le donne).

Il clan inoltre non era insensibile alla politica avendo cercato di condizionare le elezioni per il rinnovo della circoscrizione in occasione delle elezioni del 2011 garantendo il proprio appoggio ad alcuni candidati. Tra le misure eseguite due sono a carico di altrettanti ristoratori considerati dagli inquirenti organici al clan.

Le indagini, coordinate dal colonnello dei carabinieri Francesco Rizzo cui è subentrato nella parte finale il tenente colonnello Alfonso Pannone, partono alla fine del 2009, dopo la scarcerazione di Marco Mariano, fratello dello storico capo clan Ciro Mariano da anni detenuto. E hanno consentito di appurare la piena operatività del clan Mariano riorganizzatosi dopo la scarcerazione del boss.

Il boss, mentre era nella casa lavoro di Sulmona, riusciva a ottenere permessi per ritornare a Napoli grazie alle certificazioni mediche rilasciate da medici compiacenti che ne garantivano il ricovero in strutture ospedaliere pubbliche e private dove incontrava liberamente gli affiliati al clan ai quali impartiva disposizioni, ma anche esponenti di altri gruppi criminali con i quali stringeva alleanze e si occupava di traffici illeciti. Una misura cautelare richiesta nei confronti di un medico per false certificazioni non è stata accolta dal gip.



 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Camorra: ristoratori e medici collusi, così il clan faceva affari

NapoliToday è in caricamento