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Il processo

Camorra negli ospedali napoletani: chiesti 350 anni di carcere

L'Antimafia ha chiesto le condanne per i membri dei sette clan che hanno provato a infiltrare i servizi dei principali nosocomi partenopei

Da un massimo di 18 anni a un minimo di quattro anni di carcere. In totale fanno 346 anni di carcere richiesti dalla procura di Napoli nei confronti degli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato nel processo per le infiltrazioni della camorra negli ospedali napoletani. lI pm antimafia Henry John Woodcock, che ha lavorato all'inchiesta insieme ai colleghi Celeste Carrano e Francesco Raffaele, ha formulato le richieste di pena per una 40ina di imputati dinanzi al Gup Anna Imparato. Richieste durissime che mirano a sgominare i vertici dei clan, secondo l'antimafia sono sette in tutto, che avevano messo le mani sui nosocomi della zona ospedaliera.

Ospedali cittadini importantissimi come il Cardarelli, l'azienda dei Colli e il nuovo Policlinico, dove i clan erano riusciti a infiltrarsi e a controllare importanti gare d'appalto sfruttando anche degli operatori ospedalieri a loro “fedeli”. L'operazione risale al 22 ottobre dello scorso anno e venne messa a segna dalla Squadra mobile di Napoli. In totale sono 48 le persone che sono finite a giudizio di cui la maggior parte ha scelto il rito abbreviato sfruttando lo sconto di un terzo dell'eventuale pena finale. Secondo l'Antimafia, il clan più attivo nell'attività di controllo delle gare d'appalto di servizi come la ristorazione, le pulizie, i distributori automatici, era quello facente capo ai Cimmino operanti soprattutto al Vomero.

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