Addio alla camorra delle “stese”: il sistema controlla appalti pubblici e organizza frodi fiscali
La mappa dei clan in città a Napoli e in provincia
La metamorfosi della camorra si è completata con l'arrivo della pandemia. È quanto raccontano le pagine della relazione della Dia che si riferisce al primo semestre del 2021 e che fotografano una situazione a dir poco preoccupante. La camorra ha ormai abbandonato la strada delle “stese” e delle intimidazioni e ha completato un processo di infiltrazione dell'economia pubblica e privata che mette in allarme gli investigatori. Uno scenario già tratteggiato più volte dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, e che trova riscontro anche nelle pagine redatte dagli investigatori antimafia. Un vero e proprio punto di svolta è stata la pandemia che ha accelerato il processo d'infiltrazione nel tessuto economico.
La liquidità proviene sempre, in gran parte, nel traffico di droga, ma il riutilizzo di quei capitali svela un'invasione tentacolare di vari settori. A cominciare dagli appalti pubblici riuscendo a mettere le mani su settori strategici del territorio. È il caso della sanità e degli ospedali dove il controllo è pressoché totale, come dimostrato anche dalle ultime inchieste della procura antimafia partenopea. Ci sono anche altri settori come le aste giudiziarie o le truffe telematiche dove la camorra riesce a mettere le mani. E ancora settori strategici come la logistica e le global service. I soldi vengono riutilizzati in gigantesche operazioni immobiliari, investiti in catene commerciali, oltre che il solito affare dei rifiuti.
Soldi che appaiono e scompaiono grazie a sofisticate frodi fiscali che accomunano i cosiddetti “colletti bianchi” alle figure di spicco delle organizzazioni criminali. Diventa difficile distinguerli vista la capacità operativa che questi professionisti di vari ambiti mettono a disposizione dei vari clan a fronte di un considerevole gettito di denaro in un periodo in cui le banche hanno chiuso i rubinetti a causa dell'emergenza pandemica. Decade definitivamente anche l'idea della camorra come un'organizzazione criminale fortemente parcellizzata. In realtà a Napoli e in gran parte dell'area metropolitana comandano due organizzazioni criminali: l'alleanza di Secondigliano e il clan Mazzarella.
Sotto la loro influenza gravitano una serie di famiglie e clan che però fanno sempre riferimento a uno dei due cartelli principali in modo da far confluire in essi gli interessi condivisi e più remunerativi, oltre che a basso rischio giudiziario. Le azioni violente servono solo a sopire eventuali contrasti tra i clan sottoposti o a lavare nel sangue tradimenti ma l'intendimento generale è quello di limitarle al minimo. Tutta la rete decisionale è ben organizzata e stratificata in una piramide al cui vertice ci sono i due cartelli egemoni. Un capitolo rilevante è rappresentato dall'infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche che ha portato anche a scioglimenti di consigli comunali.
Stesso discorso anche per le attività imprenditoriali colpite da una serie di interdittive antimafia. Laddove le attività riescono a sfuggire alla lente d'ingrandimento degli investigatori, l'impatto sull'economia pubblica e privata è devastante. Lo dimostrano oltre che gli episodi di corruzione nel pubblico anche l'egemonia in alcuni settori commerciali privati con una serie sterminata di attività nel centro cittadino riconducibili ai clan.
La mappa dei clan a Napoli
Area Centrale - quartieri Avvocata, San Lorenzo/Vicaria, San Carlo Arena/Stella, Mercato/Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia/San Ferdinando/Posillipo.
MAZZARELLA, SIBILLO, RINALDI, gruppo FERRAIUOLO, AMIRANTE, BUONERBA, SIBILLO-BRUNETTI-GIULIANO- DE MARTINO, VICORITO, CUOMO, CALDARELLI, PAPI-IAFULLI CONTINI, BOSTI, LICCIARDI, MALLARDO, SALTALAMACCHIA, MASIELLO, ESPOSITO, MARIANO, RICCI-D’AMICO, TRONGONE, PRINNO, MONTESCURO, LEPRE, SEQUINO, VASTARELLA, MAURO, SAVARESE, ELIA, famiglia NOCERINO, STRAZZULLO, PICCIRILLO, CIRELLA, FRIZZIERO, CALONE.
Area Settentrionale – quartieri Secondigliano, Scampia, San Pietro a Patierno, Miano, Piscinola, Chiaiano, Vomero e Arenella.
LO RUSSO, VANELLA-GRASSI, AMATO-PAGANO, DI LAURO, LICCIARDI, ABETE, ABBINANTE, famiglia NOTTURNO, MARINO, CESARANO, CARELLA, GRIMALDI, MAIONE, RISPOLI, gruppo CIFRONE, PERFETTO, BALZANO-SCARPELLINI-D’ERRICO, famiglia STABILE, CIMMINO, CAIAZZO.
Area Orientale – quartieri Ponticelli, S. Giovanni a Teduccio, Barra
MAZZARELLA, RINALDI-REALE, SILENZIO, MINICHINI-SCHISA-DE LUCA BOSSA, CUCCARO-APREA, D’AMICO, MONTESCURO, FORMICOLA, DE MICCO, D’AMICO, DE MARTINO, famiglia CASELLA.
Area Occidentale - Bagnoli, Cavalleggeri d’Aosta, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Rione Traiano, Soccavo.
TRONCONE, TOMMASELLI- MARFELLA, famiglia SORIANIELLO, VIGILIA, MELE, ESPOSITO, PESCE, D’AUSILIO, SORPRENDENTE, ESPOSITO, IADONISI, CUTOLO, PUCCINELLI, SORIANIELLO.
Tutti i clan in provincia di Napoli
Provincia di Napoli - ?Area occidentale
Pozzuoli e Quarto: BENEDUCE-LONGOBARDI
Bacoli e Monte di Procida: PARIANTE
Provincia di Napoli - area settentrionale
Giugliano in Campania: MALLARDO
Qualiano: D’ALTERIO-PIANESE e DE ROSA
Villaricca: MALLARDO, FERRARA, CACCIAPUOTI
Afragola, Caivano, Casoria, Cardito, Frattamaggiore e Arzano: MOCCIA
Cardito, Carditello, Frattamaggiore, Frattaminore: PEZZELLA
Casoria, Afragola : TORTORA
Crispano: CENNAMO
Caivano (Parco Verde): CICCARELLI-SAUTTO
Melito di Napoli, Mugnano ed Arzano: AMATO-PAGANO
Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano: PUCA, RANUCCI, VERDE
Casandrino: MARRAZZO
Marano di Napoli e Quarto: NUVOLETTA, POLVERINO e ORLANDO
Acerra: DI BUONO, AVVENTURATO, MARINIELLO, GRANATA
Casalnuovo e Volla: REA-VENERUSO
Provincia di Napoli - area meridionale
San Giorgio a Cremano: ABATE, TROIA, LUONGO
Ercolano: ASCIONE- PAPALE, BIRRA- IACOMINO,
Portici: VOLLARO
San Sebastiano al Vesuvio: PISCOPO,
Torre del Greco: FALANGA
Torre Annunziata: GIONTA, GALLO-CAVALIERI, CHIERCHIA
Boscotrecase, Trecase: GALLO-LIMELLI-VANGONE,
Boscoreale: ANNUNZIATA-AQUINO, VISCIANO, PESACANE e GALLO-LIMELLI-VANGONE
Castellammare di Stabia: D’ALESSANDRO, IMPARATO, CESARANO
Pompei: CESARANO
Gragnano e Pimonte: DI MARTINO
Provincia di Napoli - area orientale
San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola, Pomigliano: SANGERMANO
Terzigno; BATTI, SCARPA
San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, San Gennaro Vesuviano: FABBROCINO
Poggiomarino e Striano: GIUGLIANO
Somma Vesuviana: DE BERNARDO, D'ATRI
Marigliano: MARIGLIANESI, PAESANI
Brusciano: REGA
Sant'Anastasia: ANASTASIO E PERILLO
Pollena Trocchia: ARLISTICO, TERRACCIANO
Cercola e Pomigliano d’Arco: gruppi napoletani attraverso referenti locali come i MASCITELLI