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L'inchiesta / Torre annunziata

L'Antimafia scuote il Comune di Torre Annunziata: indagato sindaco e un ex consigliere regionale

L'ombra del clan Gionta sull'amministrazione comunale. Raffica di perquisizioni della Dia

Un vero e proprio terremoto, se possibile peggiore di quelli che si sono succeduti a partire dal 2020, sull'amministrazione comunale di Torre Annunziata. A gravare stavolta sulla macchina comunale è anche l'infamante accusa disciplinata dal nuovo reato che risponde al nome di 416 ter: scambio elettorale politico-mafioso. Politici, cioè, che nell'esercizio delle loro funzioni hanno favorito un clan camorristico. È il reato principe alla base dell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia che questa mattina ha portato a una serie di perquisizioni domiciliari e negli uffici del Comune di Torre Annunziata. Perquisizioni a cui sono seguiti anche il sequestro di atti e dispositivi elettronici personali.

Coinvolte le massime sfere dell'amministrazione. A cominciare dal sindaco Vincenzo Ascione che risulta indagato e destinatario dell'informazione di garanzia, anche per una perquisizione domiciliare, insieme ad altri politici di spicco. Con lui è indagato l'ex vicesindaco Luigi Ammendola, già arrestato e scarcerato nell'inchiesta sulle mazzette al Comune, l'attuale presidente del consiglio comunale Giuseppe Raiola e il suo predecessore Rocco Manzo. L'assessore al porto Luisa Refuto, l'ex assessore Gioacchino Langella e l'ex capo dell'ufficio tecnico Nunzio Ariano, già condannato sempre per l'inchiesta sulla corruzione al Comune e proprio questa mattina coinvolto in un'altra inchiesta della procura di Torre Annunziata. Indagato anche l'ex consigliere regionale e generale Carmine De Pascale insieme a Francesco Conte e Marco Varvato. 

C'è poi anche la consigliera comunale Maria Oriunto insieme a suo cognato Salvatore Onda, nipote del boss del clan Gionta, Umberto Onda. È proprio questo nome che ha acceso i riflettori dell'antimafia partenopea. I magistrati contestano a vario titolo anche il reato dell'induzione alla corruzione. Le perquisizioni della giornata di oggi fanno parte dell'inchiesta su cui vige l'assoluto riserbo ma che punta sulle dinamiche tra consiglio comunale e formazione di una delle giunte Ascione, sui passaggi dall'opposizione alla maggioranza e su eventuali contatti con membri vicini alla criminalità organizzata torrese. In ogni caso l'inchiesta è assolutamente nella fase embrionale delle indagini preliminari e tutte le persone coinvolte sono protette dalle garanzie di legge e dalla presunzione d'innocenza. Il blitz è scattato questa mattina intorno alle sette e ha riguardato l'ufficio del sindaco, del presidente del consiglio comunale, altri uffici amministrativi di via Provinciale Schiti oltre ad alcune abitazioni personali tra cui proprio quella del primo cittadino.

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