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La reazione / Torre annunziata

Antimafia a Torre Annunziata, il sindaco risponde alle accuse: “Sono una persona perbene”

Vincenzo Ascione ha letto una nota nel corso di un incontro già programmato al Comune

Ha affidato a una nota letta nella aula consiliare la propria difesa, Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata, città al centro di un'inchiesta dell'Antimafia su possibili infiltrazioni del clan Gionta nell'amministrazione. Il primo cittadino è intervenuto prima di un evento già programmato nel palazzo comunale e ha dato la sua versione dei fatti rispetto alle perquisizioni che l'hanno visto coinvolto durante la giornata di ieri, 10 febbraio. 

“Ho subito una vera e propria violenza psicologica. Trovarsi agenti della DIA nella propria abitazione alle prime ore del mattino è una cosa che non auguro a nessuno. Tutto il rispetto per la Magistratura e per il suo operato, però non posso subire passivamente questa umiliazione restando zitto. Ho il sacrosanto diritto di dire quello che penso per tutelare la mia onorabilità e dignità» pur ribadendo «di avere fiducia nell’operato della Magistratura”. Ascione ha poi spiegato i suoi rapporti con Salvatore Onda, il nome al centro dell'inchiesta.

“Le accuse nei miei confronti e nei riguardi degli altri componenti della mia amministrazione, per quanto mi riguarda, si basano sul nulla. Prendo le distanze dai reati contestatimi e sono molto critico sul modus operandi degli inquirenti. Non è accettabile che una persona perbene, quale mi ritengo di essere, venga trattata in questo modo. La mia unica colpa sarebbe quella di aver interloquito con Onda, il quale, nessuno lo ha sottolineato, è un rappresentante di una forza politica che, pur non avendomi sostenuto alle elezioni del 2017, ora fa parte della mia maggioranza. E solo in quanto tale ho avuto rapporti con lui. Inoltre, la forza politica di cui è rappresentante non ha nessun esponente in Giunta. Quindi di cosa parliamo? Io sarei stato manipolato da questa persona? Un’ipotesi che respingo categoricamente».

Ascione ha poi concluso ribadendo di avere fiducia nella magistratura ma respingendo fortemente le accuse. “Quanto mi è accaduto è moralmente e socialmente intollerabile e lo griderò con tutte le mie forze.  Ribadisco di aver fiducia nell’operato della Magistratura. Tuttavia ho anche il sacrosanto diritto di dire quello che penso per tutelare la mia onorabilità e dignità”.

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