Il caffè sospeso sbarca anche in Francia: le tradizioni di Napoli che conquistano

Una delle più "gentili" tradizioni della Napoli che fa scuola nel mondo, il caffè sospeso, sta prendendo piede anche in Francia. Non solo Parigi: in tutto lo stato d'oltralpe i clienti di bar e locali pubblici lasciano sempre più spesso un caffè pagato a chi non può permetterselo. "Café en attente", lo chiamano, ed il loro conteggio viene tenuto a vista, su lavagne di solito poste dietro il bancone.

A Napoli il caffè sospeso era una tradizione in declino. Poi recentemente – un po' per la riproposizione di articoli e aneddoti sul tema ad opera di Luciano De Crescenzo (nel volume "Il caffè sospeso", appunto, del 2008), un po' per l'istituzione di iniziative sul tema come la "Giornata del Caffè Sospeso" – la riscoperta. Il suo meccanismo è molto intuitivo: il cliente (felice per qualche ragione, o semplicemente in vena di gentilezza), paga due caffè ma ne riceve uno solo, così che un successivo avventore povero possa prendere quello non consumato.

Quello a cui si sta assistendo nel capoluogo campano è di certo il ritorno ad un costume affascinante, ma la cosa che più sorprende è quanto l'usanza si stia affermando anche all'estero. In Spagna, ad esempio, dove il giovane barcellonese Gonzalo Sapiña sta mettendo in piedi una rete di bar che aderisce all'iniziativa, chiamati i "Cafes Pendientes"; ma anche in Inghilterra, a Chichester, dove una coppia ha deciso di importare la singolare tradizione partenopea nella propria caffetteria. Per non parlare della riproposizione dell'usanza addirittura da parte di Starbucks: quando persino una catena su scala mondiale di caffetterie si rifà agli usi della Napoli antica, c'è da compiacersi per quanto una gentilezza tutta nostra sia evidentemente da modello per il mondo intero.