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Cronaca Secondigliano

Boss e giovani di Secondigliano si sfidano in campo

Seconda edizione del Fair Play E-Vent Cup “Giochiamo il futuro calciando il passato”, ideato da Franca Lovisetto e Piermassimo Caiazzo

Ex boss, affiliati e gregari della camorra che oggi, dopo aver quasi pagato il loro conto con la giustizia, decidono di indirizzare verso la retta via chi ha la possibilità di scegliere il proprio futuro. Come? Attraverso la testimonianza e il racconto della loro scelta di vita, che li ha portati inevitabilmente dietro le sbarre ma che ora potrà servire da monito ai giovani, specie quelli che vivono in contesti difficili come Secondigliano. Ma anche sfidandosi con i ragazzi delle scuole, con le associazioni e con gli agenti della polizia penitenziaria sul campo di calcio, con un gioco pulito, all’insegna del rispetto delle regole e della legalità.

Questo il senso dell’iniziativa che si svolgerà domani, martedì 8 maggio, a partire dalle ore 9.30: “Noi di Secondigliano”, II edizione del Fair Play E-Vent Cup “Giochiamo il futuro calciando il passato”, ideato da Franca Lovisetto della E-Vent e Piermassimo Caiazzo, promosso dall’associazione O.C.C.T., in collaborazione con il Centro penitenziario di Secondigliano, l’Istituto comprensivo Giovanni Pascoli II-Marta Russo Plesso Carbonelli e la parrocchia dei Sacri Cuori e Centro sportivo Andrea Capasso, col patrocinio del presidente della VII Municipalità Maurizio Moschetti. 

Scopo primario dell’iniziativa è quello di favorire iniziative con gli studenti delle scuole del quartiere (quarte e quinte delle elementari e medie inferiori) per prevenire e contrastare il fenomeno del bullismo e delle devianze minorili. Il progetto si avvale in particolare della mediazione dello sport come elemento di raccordo tra i minori del territorio, spesso preda di falsi miti, e i detenuti che metteranno a disposizione le loro esperienze per insegnare ai ragazzi che la vita, come una partita di calcio, va giocata con impegno e serietà nel rispetto delle regole e dell’altro. I carcerati metteranno così a disposizione le loro storie come un “indicatore sociale” che descrive un pericolo da evitare e in cui si potrebbe incorrere pagando gravi conseguenze. 

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