Ex barista di Scampia contro Borghese e Briatore: "Presto diventerò papà. Insegnerò a mio figlio che il tempo non va mai regalato"
"Da cittadino di questo Paese e da essere umano, posso dire che ancora una volta abbiamo fallito con il Reddito di Cittadinanza. Avrebbe dovuto formare i percettori e dare lavoro e agevolazioni fiscali alle imprese e invece ha creato solo una paralisi", ci spiega in una intervista Emanuele Caprarelli
La lettera aperta con la quale Emanuele Caprarelli, ex barista sfruttato e sottopagato di Scampia, che ha perso il papà a soli 18 anni, ha spiegato a NapoliToday perchè le parole di Alessandro Borghese e Flavio Briatore sul lavoro fossero, secondo il suo parere, inappropriate, sta aprendo importanti dibattiti sul giusto compenso e sugli effetti del Reddito di Cittadinanza sul mercato del lavoro. In tantissimi hanno espresso solidarietà e apprezzamento per Emanuele, che attualmente si è trasferito in Emilia Romagna dove lavora come tecnico per la fibra ottica, incitandolo a perseguire il sogno, che ormai sembra svanito, di aprire un'attività tutta sua.
Emanuele, ti aspettavi di suscitare tante reazioni dopo la tua lettera a NapoliToday?
"In tutta sincerità no. Molto probabilmente il mio racconto è la realtà di molti o quantomeno è molto vicino a questi ultimi. Spero che il mio grido possa diventare motivo di sprone anche per gli altri. A tal proposito dico sempre una cosa: Solitamente la fede calcistica riesce a riunire tantissime persone, indipendentemente dalla posizione sociale o economica per raggiungere un obiettivo comune. Quindi in altri campi l'unione cittadina già c'è, perché non essere uniti anche lavorativamente? Basta volerlo il cambiamento".
Hai ricevuto o stai ricevendo messaggi o attestati di solidarietà?
"Sì, ho ricevuto chiamate e messaggi sia da amici sia da chi non conosco. Mi hanno detto tutti più o meno la stessa cosa, ovvero che ci vuole tanto coraggio per raccontarsi in quel modo, e che anche loro la pensano esattamente come me in quanto vivono situazioni similari".
Il Reddito di Cittadinanza viene additato da ristoratori e titolari di bar e lidi come la causa principale del fatto che non si riescano a trovare risorse umane da impiegare nei lavori tradizionalmente retribuiti peggio, rispetto al monte ore effettivo. Che idea ti sei fatto al riguardo?
"La questione Reddito di Cittadinanza è ampia. Questo "sussidio" da parte dello Stato aveva un obiettivo originale e cioè aiutare momentaneamente le famiglie in difficoltà, e nel frattempo creare posizioni lavorative dignitose. Nello specifico doveva essere finalizzato ad aiutare i percettori sia perché in difficoltà economica sia per permettere loro di imparare un mestiere, e al contempo lo Stato doveva aiutare anche gli imprenditori ad assumere personale con delle agevolazioni fiscali, creando contratti con orari e guadagni che rispettassero le peculiarità richieste per non far perdere loro il reddito di cittadinanza. Tutto ciò ad oggi però non si è verificato e questo ha creato una paralisi e noi puntualmente siamo i colpevoli. Da cittadino di questo Paese e da essere umano, posso dire che ancora una volta abbiamo fallito. Tutti".
Nella lettera oltre a descrivere nel profondo il tuo percorso umano e lavorativo parlavi del sogno infranto di aprire un bar. Resta ancora un obiettivo da raggiungere?
"Da bambino quando mi chiedevano cosa volessi fare da grande la mia risposta era 'Lo chef sulle navi da crociera'. Crescendo poi, sempre nella tenera età, ero un po' indeciso, ma alla fine ha vinto la passione del caffè. Purtroppo i sogni non pagano l'affitto o il piatto a tavola, e ho dovuto accettare la realtà e darmi da fare in modo diverso. Ad oggi, nonostante tutto, il sogno di aprire un'attività è ancora vivo".
Dal punto di vista personale che momento stai vivendo?
"Mi sono sposato a settembre scorso con una donna fantastica, la quale a ottobre mi regalerà il dono più grande che ognuno di noi può ricevere e cioè un figlio, cosa che ha cambiato tutta la mia prospettiva di vita. Non so se riuscirò ad essere un buon genitore, ma alcune cose proverò ad insegnarle con tutto l'impegno possibile: Rispettare sempre le donne, mai regalare il tempo (perché non gli tornerà mai più indietro), studiare ed informarsi perché la cultura con la giusta informazione ed una penna possono vincere battaglie che le armi non potranno mai vincere".