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Cronaca Sant'anastasia

Bimba ferita a Sant'Anastasia, dal Santobono: "Condizioni stabili ma ancora critiche"

Le parole a NapoliToday del responsabile del reparto di Terapia intensiva invitano, nonostante in molti stiano dando la piccola come fuori pericolo, alla cautela. Intanto sono stati fermati i due ragazzi che hanno fatto fuoco all'esterno di un bar con pistola e mitra. Hanno 19 e 17 anni

"Le condizioni della piccola restano stabili, nella loro criticità. La bimba è sedata e costantemente sotto controllo". Così Geremia Zito Marinosci, responsabile del reparto di Terapia intensiva del Santobono raggiunto telefonicamente da NapoliToday, a proposito della bimba ferita all'esterno di un bar di Sant'Anastasia e attualmente ricoverata nel nosocomio partenopeo. Una notizia che ridimensiona quanto stava filtrando nelle ultime ore, ovvero che la piccola fosse fuori pericolo. "La prognosi - prosegue Marinosci - non potrà essere sciolta finché non saranno scongiurati eventi secondari di tipo neurologico".

La piccola paziente è stata sottoposta ieri a due interventi chirurgici.

La folle sparatoria avrebbe potuto avere conseguenze gravissime. Nel bar c'erano dei bambini che partecipavano a una festa, tutti fortunatamente incolumi. E la famiglia colpita, nella sfortuna, è riuscita comunque ad avere buona sorte: il papà è rimasto ferito di striscio a una mano, la mamma in modo non grave all'addome. E poi c'è la piccola, che si è vista raggiunta da un proiettile alla testa bloccato da un osso, dallo zigomo, a pochi centimetri perché potesse esserle fatale.

Due fermi: a sparare sono stati dei ragazzini

Da ieri sera due ragazzi, di soli 19 e 17 anni, sono sottoposti a fermo per tentato omicidio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due avrebbero attraversato la piazza in sella a uno scooter, armati di un mitra e di una pistola. Al secondo passaggio avrebbero quindi iniziato a sparare. Almeno 10 colpi, tre dei quali hanno raggiunto – probabilmente di rimbalzo – la famiglia delle vittime, lì semplicemente per una passeggiata e un gelato.
A condurre rapidamente le indagini, che si sono avvalse anche delle immagini riprese dalle diverse telecamere di videosorveglianza presenti in zona, sono stati i carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna.

Da quanto si apprende né il giovane di 19 anni, assistito dall’avvocato Fabio Marfella, né il 17nne, assistito dall’avvocato Antonio Sorbilli, avrebbero rilasciato dichiarazioni.  Il più grande ha precedenti per reati legati a stupefacenti e armi, con suo padre ritenuto affiliato al clan D’Avino di Somma Vesuviana. Il 17enne invece, già noto alle forze dell’ordine per resistenza a pubblico ufficiale, si è visto assassinato il padre 11 anni fa da un affiliato al clan Cuccaro.

Le parole del neurochirurgo che ha operato la piccola

Giuseppe Cinalli - il neurochirurgo che ha operato la bambina - è un'eccellenza internazionale. Le ha estratto il proiettile che l'aveva colpita alla testa, conficcandosi in un osso della regione temporale. "La tac ha evidenziato però la formazione di un trauma lacerocontusivo a causa dell'impatto, di piccole dimensioni ma che ha comunque richiesto l'impianto di un monitoraggio della pressione intracranica", aveva spiegato ieri il medico alla stampa.

Le condizioni della madre

La donna ferita, la 35enne madre della piccola, era stata invece trasferita in nottata presso il Cardarelli. Già ieri non si trovava in condizioni ritenute dai medici preoccupanti. Così nel pomeriggio Patrizio Festa, responsabile del reparto Trauma Center del Cardarelli: “La signora ha riportato una ferita superficiale della parete anteriore dell’addome che non ha leso organi interni né ne ha superato lo spessore, per cui abbiamo la ragionevole certezza di dover curare una ferita che non può essere causa di danni permanenti o futuri. Ovviamente la prudenza è doverosa, per cui la signora resterà in osservazione al massimo per 48 ore, per poi valutarne la dimissione”.

I commenti

Numerosi i commenti a proposito dell'assurda vicenda che soltanto per una serie fortuita di eventi non si è trasformata in strage.
Così il referente di Libera Campania, Mariano Di Palma: "Ancora una volta degli innocenti hanno rischiato la vita. Una famiglia di tre persone è stata raggiunta dai colpi, che hanno ferito alla testa una bambina di 10 anni. Per fortuna è stato scongiurato il pericolo di vita, ma la piccola resta in gravi condizioni. Questo ennesimo episodio di violenza però ci porta, ancora una volta, a riflettere sulla facilità di imbracciare un'arma, sulla furia criminale nei nostri territori. Questo episodio, come i recenti a Pianura, Ponticelli devono portare le istituzioni a fare di più sia in termini di sicurezza che sull'educazione".

"Probabilmente si è trattata di una stesa o di una di queste idiozie che ancora dobbiamo scontare", sono state le parole invece del presidente della Regione Vincenzo De Luca, intervenuto a margine di un incontro con giovani studenti a Città della Scienza.

Così invece il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese: "A Sant'Anastasia ieri è stata consumata una vera e propria tragedia. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alla famiglia che, mentre stava cenando in piazza Cattaneo, è rimasta vittima di una sparatoria. Contro il ripetersi di questi episodi che rimandano ad anni bui della nostra storia, quando alcune zone del Paese erano invivibili a causa della violenza della criminalità organizzata, chiediamo un intervento straordinario del Governo per assicurare il principio della certezza della pena. La pericolosità sociale dei numerosi clan di camorra che si contendono il territorio è ancora elevata e per contrastarla è necessario recuperare il potere di deterrenza delle norme penali".

"Mentre sono a Roma per l'Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, mi giunge la dolorosissima notizia della sparatoria avvenuta a Sant'Anastasia nella quale è stata tragicamente coinvolta una famiglia della nostra Diocesi". È il commento fatto, attraverso un post, dal vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino. "Con cuore di padre mi rendo presente ai genitori, condividendo la loro apprensione per le preoccupanti condizioni della figlioletta gravemente ferita. Chiedo a tutta la nostra comunità diocesana di unirsi alla preghiera del vescovo, affinché la Vergine dell'Arco - tanto cara alla devozione del popolo anastasiano - interceda per il buon esito dell'intervento chirurgico e per una rapida guarigione di tutti gli innocenti che sono stati coinvolti in questa brutale e incomprensibile aggressione. Ancora una volta, come nell'effige della nostra Madonna un colpo di efferata violenza macchia il volto dell'amata comunità di Sant'Anastasia, chiamata ora a trasformare questa ferita in occasione di riscatto sociale e rinnovato impegno contro ogni forma di criminalità". "Insieme ai parroci e ai religiosi della città, appello a tutta la società civile: ciascuno, nell'ambito delle proprie competenze, si senta responsabile nel fare luce su questa tristissima vicenda e fornisca quanto sarà utile alle forze dell'ordine per ristabilire la giustizia e la buona fama dell'intera popolazione; nessuno ceda alla tentazione dell'omertà e della paura. Tutti adoperiamoci per costruire una società dove le famiglie possano trovare sicurezza e i giovani crescere nel ripudio della violenza e dell'atteggiamento camorristico. La Chiesa - come ha ricordato in questi giorni il Card. Presidente Matteo Zuppi - resiste alle "forze disgregative" nei nostri territori ed è a servizio del bene comune, nella certezza che nel cantiere di un mondo migliore si lavora insieme".

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