Auto rubate a Napoli e rivendute a Latina: l'inchiesta
Le intercettazioni dell'indagine “Crazy cars” ha permesso di ricostruire come funzionava il sistema. Ignari gli acquirenti
Dalle intercettazioni telefoniche fatte nell'ambito dell'inchiesta Crazy Cars dei poliziotti di Latina è emerso come uno degli indagati, titolare di una rivendita di auto e moto, ricettasse macchine rubate con la complicità di due dei destinatari delle misure cautelari in carcere. I tre, secondo gli investigatori, avrebbero ricevuto a Napoli, da persone ancora non identificate, quattro auto di media cilindrata risultate rubate e, sempre stando a quanto emerso dalle indagini, nascosto le auto per poi metterle in vendita a ignari clienti sul territorio di Latina e provincia.
Nel proseguimento della stessa attività di indagine si è poi sviluppato un ulteriore filone di indagine secondo il quale uno degli indagati, attraverso altri due destinatari delle misure suoi stretti familiari, gestisse di fatto alcune società di compravendita auto, con una rivendita commerciale alla periferia di Latina. L'intestazione fittizia dei beni da parte dell'"imprenditore" costituirebbe, secondo gli inquirenti, l'espediente da lui usato per eludere gli effetti ablativi delle misure di prevenzione patrimoniale, essendo tra l'altro già noto alla giustizia, per lo più per reati contro il patrimonio.