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Autismo, la Regione taglia le ore di terapia: "Una vergogna"

In centinaia hanno assediato la sede del Consiglio per chiedere la modifica della delibera 131: "Le ore di assistenza passano da 15 a 4. Così i nostri figli regrediranno"

"La delibera 131 calpesta la dignità delle famiglie e dei nostri figli autistici". Pomeriggio turbolento al Centro direzionale di Napoli, dove circa 200 genitori di bimbi autistici hanno assediato la sede del Consiglio regionale. Alla base della protesta c'è la delibera 131 che, approvata così com'è, ridurrebbe le ore di terapia, a seconda delle età, da quindici a sole quattro a settimana. 

La protesta

Una vicenda complessa, che tocca le differenze tra un'Asl e l'altra, nonché lo stato di crisi degli Ambiti territoriali che in molte aree non riescono a garantire neanche i servizi più elementari e che quindi non avranno la possibilità di garantire le ore che vengono tagliate a livello regionale. I manifestanti si sono concentrati sulla conservazione delle ore di una terapia denominata Aba, che prevede l'analisi dei progressi del paziente da parte di un comportamentista. L'Aba è riconosciuta in tutte le province campane tranne che a Napoli. Un'anomalia sottolineata anche da alcune sentenze del Tar che ha dato torno alle Asl napoletane in più di una circostanza.

"Invece di garantire anche a Napoli questa terapia - afferma Chiara Guerriero, presidente dell'associazione Il mio mondo esiste - De Luca ha approvato questa delibera che la riduce nelle province dove sta dando ottimi risultati. Riducendo le ore i nostri figli subiranno regressioni evidenti". 

Le testimonianze

Tante le persone che hanno voluto portare la loro testimonianza. Come Maria D'ambrosio, mamma di una bimba di sei anni: "Mia figlia era chiusa in se stessa. Adesso comincia a dire le prime parole, interagisce con il mondo esterno, anche a scuola. Tra qualche anno affronterà il passaggio ormonale. Ma se ci tolgono l'Aba per tornare a sedute di psicomotricità non ci sarà nessuno che le spiegherà cosa le accade e come gestire i cambiamenti". 

La principale preoccupazione dei genitori è la capacità dei loro figli di affrontare la crescita: "Mio figlio ha sette anni - racconta un'altra madre - e gli verranno tolte ore di terapia non in base al decorso della sua patologia, ma solo in base all'età. Tutto finisce sulle spalle delle famiglie che dovranno affrontare le cure con le loro forze, senza aiuti. Non tutti ce la faranno". 

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