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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Porto / Via Alcide de Gasperi

"Assedio al Palazzo": protesta contro l'inceneritore all'Assessorato regionale all'Ambiente

La mobilitazione si sposta dalla provincia alla città: a centinaia contro il bando di gara per l'impianto che dovrebbe sorgere a Giugliano. Scontri con le forze dell'ordine

La protesta che in queste ultime settimane ha travolto le province di Napoli e Caserta, con decine di migliaia di persone in piazza contro la costruzione di un inceneritore a Giugliano (e altrove, specificano i manifestanti) e per il "biocidio in atto" a causa della devastazione ambientale, inizia ormai a 'contagiare' anche la città.

Il picco di mortalità per tumori raggiunge quote significativamente preoccupanti e la percezione che il tutto sia legato allo scempio di cui è vittima il territorio tra roghi tossici, rifiuti pericoli interrati e discariche che hanno contaminato terreni ed acqua, oltre che l'aria, è presente nei cittadini e nei medici della zona ormai da molto tempo.

Alcune centinaia di manifestanti, questa mattina, hanno 'assediato' il palazzo di via De Gasperi, sede dell'assessorato regionale all'Ambiente. La protesta è nata con lo scopo di opporsi all'apertura delle buste contenenti le offerte giunte per il bando di gara messo in piedi per la costruzione di un impianto di incenerimento che dovrebbe sorgere a Giugliano, in località Torre Carinati e che dovrà bruciare le cosiddette 'ecoballe' stoccate a milioni sul territorio. La giunta regionale aveva votato solo pochi giorni fa per richiedere la sospensione del bando al Governo, ma la richiesta sembra caduta nel vuoto e le procedure vanno avanti rapidamente: le offerte giunte sono sicuramente almeno due, provenienti dall'azienda A2A (che gestisce già l'inceneritore di Acerra) e dalla Astaldi.

Anche giovanissimi studenti e il padre comboniano Alex Zanotelli si sono uniti alla mobilitazione con un folto corteo che è giunto sotto il palazzo poco dopo le dieci.

"Assedio al Palazzo" contro inceneritore@V.Graniero/NapoliToday

Non sono mancati momenti di forte tensione e scontri con le forze dell'ordine schierate in tenuta antisommossa. Cariche, raccontano i manifestanti (e mostrano anche dei video pubblicati dal portale Global Project e anche dal Fatto Quotidiano) si sono verificate anche all'interno del palazzo, per sgomberare una quarantina di attivisti che in prima mattinata ha occupato la stanza al quinto piano dell'Assessore Romano per ottenere un colloquio.  Si è trattato di un "gesto simbolico, volevamo un confronto, un incontro per discutere del biocidio in atto e avere una risposta seria dalle istituzioni",  "avevamo le mani alzate e i volti scoperti" ci raccontano i manifestanti (visibilmente provati) intervistati una volta fuori dal palazzo, "non c'era motivo di usare la repressione in questo modo". "Una repressione violenta", spiegano ancora gli attivisti, "che è continuata per le scale".  Arrivati nell'atrio del palazzo, tensione e scontri sono continuati: mentre gli agenti premevano con forza per spingere fuori gli occupanti, i manifestanti all'esterno protestavano per le cariche interne. Diversi i feriti tra gli attivisti e contuso un poliziotto.

Intanto fuori la mobilitazione è diventata sempre più partecipata, a sostegno sono arrivati anche gli studenti e via De Gasperi è stata completamente bloccata.

Il dato certo è questo: il fiume in piena che nelle ultime settimane ha investito le province da Orta di Atella a Caivano, da Giugliano a Casal di Principe, ormai interessa anche la città. L'inquinamento e la devastazione ambientale coinvolgono tutti ed è per questo che la protesta sta diventando 'virale': il prossimo grande appuntamento, infatti, è previsto proprio a Napoli per il 16 novembre.

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