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Cronaca

Camorra, arrestati i “quaqquarone” di Marcianse, leve emergenti dei Piccolo

Sono considerati dagli investigatori "leve emergenti" del clan dei "Piccolo", detti i "quaqquarone" di Marcianise, le due persone arrestate alle prime ore del mattino

I "quaqquarone" di Marcianise, "leve emergenti" del clan dei "Piccolo" sono stati arrestati stamattina. Loro sono Salvatore Ricciardi, di 27 anni, soprannominato "Fafammiello", e Antonio Nacca, di 30 anni. Sono accusati di concorso in detenzione di armi e munizioni comuni e da guerra, di danneggiamenti ed estorsioni, aggravate dal ricorso al metodo mafioso, ai danni di imprenditori della zona di Marcianise.

I due arrestati, come hanno spiegato gli investigatori, sono considerati elementi emergenti del clan dei "Quaqquarone", capeggiato dai cugini Piccolo, che da anni si oppone a quello, più agguerrito, dei "Mazzacane", guidato dai fratelli Salvatore e Domenico Belforte. Nel corso dell'operazione della Polizia, condotta nelle prime ore di oggi, la squadra mobile, in un capannone nella disponibilità di uno degli indagati, ha trovato una pistola mitragliatrice UZI di fabbricazione israeliana, con caricatore fornito di munizioni e perfettamente funzionante. I due arrestati sono stati chiusi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Ricciardi e Nacca, secondo le indagini della polizia, avevano avviato per conto del clan "una sistematica attività estorsiva in danno di imprenditori e commercianti del comprensorio marcianisano finalizzata alla riaffermmazione della loro presenza sul territorio e in contrasto con l'organizzazione dei "Mazzacane" decimata da arresti di capi e gregari nonché del sequestro e della confisca di beni per milioni di euro. I due giovani, incensurati, non esitavano, di fronte ai dinieghi di coloro che non si sottomettevano alle loro pretese, ha spiegato il capo della mobile casertana, Angelo Moravito, a dare vita ad atti intimidatori e danneggiamenti anche mediante l'uso delle armi.

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