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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Giugliano in campania

Clan Mallardo, sconto di pena per Mimmo "‘O pisciaiuolo"

Ben 7 i reati a carico del 39enne

Clan Mallardo, sconto di pena per Mimmo Di Nardo ‘o pisciaiuolo che era imputato per aver commesso 7 reati tutti aggravati dal metodo mafioso: estorsione consumata aggravata, rapina consumata, tentata estorsione, porto e detenzione di un fucile, lesioni pluriaggravate, ricettazione di armi, tutte commesse con l’aggravante mafioso, per aver agevolato - secondo l’accusa - il clan Mallardo, operante a Giugliano e nei comuni limitrofi.

Di Nardo, conosciuto come "‘o pisciaiuolo", ras del clan Mallardo, era stato condannato in primo grado a anni 8 di reclusione, dal GUP del Tribunale di Napoli Federica Girardi. Il Pubblico Ministero della DDA partenopea, Antonella Serio, aveva chiesto la condanna ad anni 12 di reclusione.

La Corte di Appello di Napoli, quinta sezione penale, presieduta dalla dottoressa Salzano, accogliendo la richiesta dell’avvocato Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord, ha concesso uno sconto di pena, rideterminando la pena finale in anni 7 di reclusione. L’uomo è detenuto presso la casa circondariale di Secondigliano. Il collaboratore di giustizia Filippo Caracallo, oggi deceduto, lo aveva indicato come affiliato al clan Mallardo.

I fatti

I carabinieri arrestarono il 39enne, ritenuto contiguo al clan Mallardo, dopo aver chiuso a chiave un pachistano per convincerlo a cedere la sua abitazione. Di Nardo venne arrestato su indagine condotta dalla DDA dai carabinieri della Compagnia di Giugliano.

Di Nardo, inoltre, è accusato dei reati di estorsione, rapina e detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Secondo quanto raccolto durante la fase investigativa, si sarebbe reso protagonista, insieme ad altre persone in fase di identificazione, di due distinte estorsioni. Rispettivamente commesse ai danni di un cittadino extracomunitario e di un imprenditore della provincia di Caserta.

Le minacce

L’indagine ha documentato che Di Nardo, con reiterate minacce di morte e con l’utilizzo di armi, aveva costretto un cittadino pachistano, residente in un appartamento acquistato ad un’asta giudiziaria, a lasciare la sua abitazione. Arrivando a sottrargli, dopo aver fatto irruzione nel suo domicilio, alcuni oggetti e soldi che lo stesso custodiva nella sua dimora. E a chiuderlo a chiave in uno sgabuzzino percuotendolo con una mazza di ferro e spaventandolo esplodendo sul pavimento dei colpi di arma da fuoco.

La seconda estorsione

Nel secondo caso Di Nardo, evocando la sua appartenenza al clan Mallardo di Giugliano, aveva rivolto delle minacce ad un commerciante dell’area di Casal di Principe. Intimandogli di saldare un debito di 27mila euro che lo stesso aveva contratto in relazione ad una asserita morosità nel pagamento del canone di locazione di un capannone.

I militari hanno rinvenuto, all’interno di un circoletto di proprietà del Di Nardo, un fucile a canne mozze e con matricola abrasa la cui disponibilità. A seguito di ulteriori approfondimenti investigativi,  riconosciuta anche a carico di un soggetto di 16 anni.

Il minore è stato collocato in comunità in esecuzione ad un provvedimento richiesto dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni che gli ha contestato i reati di concorso in detenzione, ricettazione di armi e favoreggiamento. Per i precedenti reati commessi, il Di Nardo fu collocato presso una comunità di recupero per tossicodipendenti.

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