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Cronaca

Arrestato noto gioielliere napoletano: favorì la latitanza del boss Lo Russo

All'imprenditore è contestato di avere favorito la latitanza dell'esponente di vertice dell'omonimo clan, fornendo al predetto assistenza logistica e materiale

La Dia di Napoli ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli su richiesta della D.D.A., nei confronti di un gioielliere, titolare di un noto marchio di orologi, con negozi nella zona di Chiaia e Vomero, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento personale, con l’aggravante dell’art. 7 L.203/91.

In particolare all’indagato è contestato di avere favorito la latitanza del boss Antonio Lo Russo, esponente di vertice dell’omonimo clan, fornendo al predetto assistenza logistica e materiale.

In particolare l’imprenditore, durante il primo periodo della latitanza di Lo Russo, e sino al suo trasferimento all’estero, ha messo a disposizione di quest’ultimo un’abitazione nella zona di Chiaia, fornendogli vitto, occupandosi di ogni sua esigenza personale tra cui la convocazione e l’accompagnamento di affiliati e della moglie, ed, infine, ospitandolo per un periodo, anche nella sua abitazione.

Le indagini hanno consentito, in particolare, di ricostruire il "vuoto" relativo al periodo temporale che va dal maggio 2010, quando Lo Russo riuscì a sfuggire alla cattura, all’estate dello stesso anno, epoca in cui veniva spostato all’estero proseguendo la latitanza fino al 15 aprile 2014, data dell'arresto a Nizza.

A far luce su tale periodo è stato in primis lo stesso Lo Russo che, all’indomani della sua scelta collaborativa, ha reso dichiarazioni sulle persone che avevano favorito la latitanza, tra i quali, oltre che alcuni suoi uomini fedelissimi già tratti in arresto, anche il gioielliere, suo vecchio amico, essendo originario della zona di Miano.

Le dichiarazioni rese da Lo Russo sono state confermate anche dalla moglie, sottoposta agli arresti domiciliari per il reato di estorsione.

Anche altri collaboratori di giustizia dell’area criminale Amato-Pagano, gruppo al quale Lo Russo era legato non solo da affari relativi agli stupefacenti, ma anche perché Cesare Pagano era stato suo compare di nozze, avevano indicato come soggetto che aveva favorito la latitanza di Lo Russo.

Il gioielliere è stato poi scarcerato l'8 febbraio 2017 dal Tribunale del Riesame di Napoli, dopo l'accoglimento dell'istanza difensiva presentata dai suoi legali.

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