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Cronaca Torre del greco

In manette i proprietari della Deiulemar

Arrestati i fratelli Angelo e Pasquale Della Gatta insieme ad un prestanome per aver nascosto 500mila euro alle famiglie creditrici del fallimento Deiulemar

Continuano i guai per i proprietari della Deiulemar. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato Angelo e Pasquale Della Gatta ed un loro prestanome perché continuavano a gestire un enorme quantità di denaro nonostante il loro status di falliti sia personale che societario. Il tutto attraverso un prestanome che permetteva ai fratelli Della Gatta, di una delle tre famiglie proprietarie della fallita compagnia di navigazione Deiulemar, di inserirsi in altri affari e di nascondere sia beni mobili che immobili alla magistratura. L'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei tre è stata emessa dal Gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della procura locale ed è stata eseguita dai militari della Guardia di Finanza di Torre del Greco.

Sequestrata in maniera preventiva anche la cifra di 500mila euro. La stessa che i due fratelli attraverso un prestanome avrebbero investito in una società immobiliare per un affare che valeva complessivamente quattro milioni di euro. I due avrebbero dovuto utilizzare la cifra per acquisire il 50% della società. Inoltre, sempre tramite il prestanome di stanza nel veronese o altre persone, erano ancora in possesso di auto e moto di grossa cilindrata come un'Audi A3, una Mercedes Smart e due Yamaha T-Max. Tutti beni di cui non era stata informata la curatela fallimentare che si è occupata del fallimento della Deiulemar per effetto della quale hanno subito delle perdite 13mila famiglie di Torre del Greco che vantano un credito nei confronti della società fallita.

I Della Gatta, secondo la procura, avrebbero nascosto soldi e possedimenti per evitare che gli venissero sottratti per risarcire gli investitori. Sono tra i condannati in primo grado da parte del tribunale di Roma per il fallimento della Deiulemar e della Sdf, la “Società di fatto” con la quale veniva realizzate le operazioni che hanno mandato sul lastrico centinaia di persone.

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