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Cronaca Pompei

"Favori" al cimitero di Pompei: ai domiciliari l'ex sindaco D'Alessio

Fino a 3mila euro per esumare cadaveri prima del tempo. Funzionari, dipendenti e amministratori del Comune strumentalizzavano la propria posizione per poter avere privilegi all'interno del camposanto cittadino

Non avevano esitato a ordinare di esumare cadaveri prima del tempo pur di ottenere un loculo in una posizione "ambita" all'interno del cimitero di Pompei. E' quanto scoperto da un'indagine condotta dalla polizia e coordinata dalla procura di Torre Annunziata che ha portato all'esecuzione di nove misure cautelari. Tra le cinque persone finite agli arresti domiciliari anche l'ex sindaco della città mariana, Claudio D'Alessio, e un attuale consigliere comunale, Attilio Malafronte.

Coinvolti nell'indagine anche Pasquale Cesarano, ex dipendente comunale, ora in pensione, e Carmine Casciano, ex direttore del cimitero di Pompei: i due sono stati condotti in carcere. Per altri due indagati è stato disposto il divieto di dimora in Campania.

Le indagini, affidate agli agenti del Commissariato di Pompei, sono state avviate nel luglio 2013 quando fu scoperto che funzionari, dipendenti e amministratori del Comune strumentalizzavano la propria posizione per poter avere privilegi all'interno del camposanto cittadino. Le investigazioni hanno evidenziato come, a partire dall'agosto 2011, si erano effettuate numerose operazioni di esumazione di defunti senza attendere il decorso dei dieci anni previsti dalle norme di polizia mortuaria e senza rispettare le procedure che prevedono autorizzazioni da parte di sindaco e la presenza di un medico dell'Asl, con conseguenti problemi di natura igienico-sanitaria.

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