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Cronaca

Presa banda di ladri napoletani che colpiva in tutta Italia: nelle intercettazioni i segreti del mestiere

Era un commerciante del borgo Orefici a ricevere gioielli e argenteria da rapinatori e ladri d'appartamento, poi li fondeva e li rivendeva sotto forma di lingotti. Nelle intercettazioni i segreti del mestiere

E' stata fermata la banda che rapinava le gioiellerie e ricettava i preziosi. Il tutto è stato possibile grazie alle indagini che sono scattate dopo la rapina in una gioielleria del centro antico, quella gestita dalle sorelle Giannotti, portata a termine nel 2008 con la tecnica della banda del buco.

In seguito a quel colpo fu individuato il ricettatore: un commerciante del borgo Orefici che dopo aver acquistato la refurtiva a prezzi irrisori la fondeva e la rivendeva sotto forma di lingotti. Gli agenti perquisirono il suo negozio e l'abitazione, ritrovando gioielli, argenteria e quadri dal valore complessivo di un milione di euro. Il commerciante venne denunciato in stato di libertà, ma continuò la sua attività di ricettatore. Per evitare che gli oggetti d'oro fossero ritrovati in caso di nuova perquisizione, prese l'abitudine di fonderli subito.

L'uomo, Maurizio Cuocolo, di 48 anni, è stato arrestato dalla squadra mobile di Napoli assieme ad altre cinque persone della banda: Mario Mazza, di 45 anni, Vincenzo Tramontano, di 45, Azzedine el Mone, di 44, Maurizio Ciletti, di 41, e Mario Iollo, di 38. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip Tommaso Miranda su richiesta del pm Vincenza Marra.

Le intercettazioni telefoniche hanno consentito agli investigatori di ricostruire abitudini e tecniche della banda, responsabile, secondo l'accusa, di centinaia di furti in appartamento in tutta Italia: un fenomeno odioso, come è sottolineato in una nota a firma del procuratore aggiunto Giovanni Melillo. Nella conversazione che segue Iollo, dopo aver raccontato a Cuocolo di un recente furto nel quale ha razziato 15.000 euro in contanti, si dilunga a spiegare i segreti del mestiere.

Cuocolo: "Quanto tempo ci metti?"
Iollo: "Dipende: un quarto d'ora, venti minuti".
Cuocolo: "Fa paura sempre, eh?".
Iollo: "No, quale paura, dove sta 'sta paura? Perché poi di solito, per dirti, noi entriamo in modo che sta pure la fuga, non come fanno gli zingari. Gli zingari entrano dalla porta... Tu li acchiappi dentro... Noi invece entriamo per dietro, dalla finestra per dietro". (…)
Cuocolo: "Ah, ho capito, devi scavalcare i tubi". Iollo: "Bravo, vedo che non passa nessuno, apro il palazzo, vado fuori alla porta e vedo il cognome, qualcuno lascia la luce accesa: vedo il cognome fuori alla porta, scendo giù e busso al citofono, busso e non c'è, capisco che ha lasciato la luce accesa. Ci sono parecchie persone che lasciano la luce accesa, Ora parecchi napoletani, parecchi di loro, rimangono la chiave dietro. Ora con il giravite lungo spingiamo da sotto e facciamo fare lo scatto alla chiave: ta, ta, ta, ta, fa le quattro mandate. Lo devi saper fare, Maurì, non è che vai bello e buono e lo sai fare. Fai le quattro mandate, poi con il filo di ferro lo metti dentro la maniglia con l'occhiello, così apri ed entri".
Cuocolo: "Non hai paura di cadere, se devi scappare dai tubi?".
Iollo: "No, è facile, Maurì, non ti preoccupare: come si dice a Napoli, più a dire che a fare. Allora, mano mano che sali, che arrivi al terzo, vedo che se è messa bene, che non sta la crepa attorno, allora io salgo sempre. Se poi vedo che sta la crepa attorno e non mi sembra buono, me ne scendo e vado da un'altra parte, vado più avanti".

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