Al Rione Traiano è scacco ai Sorianiello: 29 arresti, scovato l'arsenale del clan
Stamane il blitz a coronare indagini iniziate nel 2019. In manette anche i presunti mandanti ed esecutori dell'omicidio di Desmond Oviamwonyi nel 2020
Emergono nuovi dettagli sul blitz portato a termine dalle forze dell'ordine nella zona della "99" al Rione Traiano, operazione - avvenuta all'alba di oggi - che ha portato all'esecuzione di 29 misure cautelari nei confronti di persone ritenute dagli inquirenti vicine al clan camorristico dei Sorianiello. Si tratta di inquisiti, a vario titolo, per i reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione abusiva d’arma da fuoco, tutti aggravati dalle finalità di agevolazione del clan Sorianiello operante nello stesso Rione Traiano.
Tra i 29 indagati anche una persona morta per cause naturali prima dell'esecuzione della misura cautelare (Giuseppe Gaetano) e due elementi di vertice del clan che però al momento risultano irreperibili: si stratta del boss Simone Soraniello e di Simone Bartiromo, diventato a detta degli inquirenti punto un riferimento nell'approvvigionamento della cocaina dopo l'arresto del narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale e del suo braccio destro Bruno Carbone.
Parte dell'operazione si è svolta anche nel casertano.
Le indagini che hanno portato alle misure cautelari eseguite oggi, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sono state condotte dai carabinieri dal 2019 al 2021. Documenterebbero, secondo gli inquirenti, l’appartenenza degli indagati al clan Sorianiello (che rientra nella sfera di influenza del cartello criminale denominato “Alleanza di Secondigliano”), il controllo da parte del clan delle piazze di spaccio di sostanze stupefacenti attive all’interno del cosiddetto “parco della 99”, la forza di intimidazione del clan nel controllo del territorio anche attraverso la contrapposizione armata con clan rivali. E ancora: numerosi episodi estorsivi nella gestione delle attività illecite, la disponibilità da parte del clan di numerose armi da fuoco.
Il sequestro di droga e l'arsenale nascosto nell'ortofrutta
Sono stati contestualmente sequestrati 15 kg di sostanza stupefacente di vario tipo riconducibile al clan, nonché un vero e proprio arsenale. Si tratta di 24 pistole, 14 fucili da guerra, 670 munizioni di vario calibro, silenziatori e giubbetti antiproiettile. Recuperato nel corso delle indagini il 13 gennaio 2021 in un negozio di frutta e ortaggi che si trova nel quartiere di Bagnoli, era gestito da Salvatore Vivenzio, cognato del boss Soraniello, che in quell'occasione è stato arrestato e successivamente condannato in primo grado il 22 luglio dello stesso anno. Dalle indagini è anche emerso anche che svolgeva il ruolo di corriere. L'episodio provocò il disappunto del boss Soraniello che, in una intercettazione ambientale captata dagli carabinieri, commentò sconfortato l'accaduto parlando con una persona non identificata: "Si sono portati tutto quanto, ci hanno spogliato nudi, hai capito?".
L'omicidio a Castel Volturno
Gli inquirenti sono anche riusciti ad identificare e trarre in arresto quelli che vengono ritenuti mandanti ed esecutori dell’omicidio di Desmond Oviamwonyi e del ferimento di Morris Idahosa, episodio criminale maturato nel maggio del 2020 nell’ambito del medesimo contesto camorristico.
L’omicidio di Desmond Oviamwonyi e il tentato omicidio di Morris Joe Iadhosa avvennero a Castel Volturno il 10 settembre 2020. Le indagini hanno fatto emergere che le vittime si sarebbero rese responsabili della sottrazione di droga (marijuana e cocaina), dal valore di circa 40mila euro, a danno proprio della piazza di spaccio “della 99” al Rione Traiano.
Il commento di Piantedosi
“Quotidiane e capillari azioni di contrasto alla criminalità organizzata, per garantire migliori condizioni di legalità e sicurezza sui territori. Un impegno - sono le parole a commento del blitz del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi - costante di magistratura e Forze dell’ordine per assicurare una sempre maggiore presenza dello Stato nelle aree più difficili del Paese. Un contributo fondamentale nella lotta al malaffare, all’illegalità e al degrado per costruire, in sinergia con tutte le Istituzioni, migliori prospettive di vita per i nostri cittadini”.