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Camorra, nuovo clan a Castellammare: 11 arresti

Il sodalizio, nato dalle difficoltà dei Cesarano, aveva secondo gli inquirenti in Antonio Maragas e Giovanni Battista Lambiase Grimaldi detto “o Vichingo” i suoi vertici

Sedici persone sono state oggetto di misure cautelari a Castellammare di Stabia. L'operazione è stata eseguita dalla locale compagnia dei carabinieri. Gli indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, lesioni personali aggravate dal metodo mafioso e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Al termine delle formalità di rito, cinque indagati sono stati associati in carcere, sei sottoposti agli arresti domiciliari presso le proprie abitazioni, mentre altre cinque persone sono state sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Campania.

L'indagine ha consentito di far emergere l’esistenza di un gruppo criminale originariamente incardinato nel clan Cesarano che, sfruttando la momentanea assenza di una vera e propria leadership all’interno del gruppo, si era organizzato allo scopo di assoggettare al suo controllo parte del territorio a nord della cittadina stabiese, mettendo in atto estorsioni a commercianti ed attività imprenditoriali della zona.

L’attività, intrapresa da luglio del 2018 in seguito alla violenta aggressione patita da un soggetto notoriamente vicino ad elementi di spicco del clan Cesarano, ha consentito sin da subito - secondo gli inquirenti - di acclarare l’esistenza di una florida attività di spaccio di sostanze stupefacenti gestita da alcuni indagati che avrebbe fatto capo a Antonio Maragas, non solo promotore dell’ attività delittuosa ma anche garante della stessa, in virtù della sua forza intimidatrice e di quella dei suoi fiancheggiatori nel recupero dei crediti derivanti dai ritardati od omessi pagamenti dello stupefacente.

Il prosieguo delle indagini, in concomitanza con la scarcerazione avvenuta nel gennaio del 2019 del pregiudicato Giovanni Battista Lambiase Grimaldi detto “o Vichingo”, ha dimostrato la volontà riorganizzativa del gruppo criminale, che si proponeva di approfittare del temporaneo vuoto di potere ai vertici del clan Cesarano, imponendo estorsioni a imprenditori, commercianti e finanche ad un commercialista della zona di Ponte Persica, a cavallo del territorio di Pompei.

Emblematico a tal riguardo è l’arresto in flagranza di reato per estorsione aggravata dal metodo mafioso di Antonio Maragas e Giovanni Battista Lambiase Grimaldi, avvenuto nel giugno del 2019, quando i due vennero sorpresi dai militari della compagnia di Castellammare di Stabia subito dopo aver intascato la somma contante di euro 500, elargita da un imprenditore edile locale quale anticipo della richiesta estorsiva di 2mila euro.

Le indagini hanno permesso di accertare infine l’esistenza di due ulteriori piazze di spaccio: la prima itinerante, e l’altra autonoma rispetto alla altre e gestita da soggetti contigui a diverso gruppo criminale, ancorché fisicamente ubicata all’interno di una fetta di territorio storicamente controllata dal clan Cesarano. A riscontro delle attività d’intercettazione, in un lasso di tempo di circa un anno, sono state arrestate in flagranza di reato 5 persone (2 per estorsione aggravata dal metodo mafioso e 3 per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti) e sono stati sequestrati 1kg circa di marijuana e 30 grammi circa di cocaina.

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