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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca San Lorenzo / Via dei Tribunali

Investita da una moto ai Tribunali: tre arresti. C'è anche il figlio di un Contini

In manette due 19enni, ai domiciliari l'investitore 21enne. Uno dei due ragazzi finito in carcere è il figlio di Ettore Bosti, noto appartenente al clan dell'Alleanza di Secondigliano

Una manifestazione di solidarietà dopo le sue denunce, tanto spazio sui giornali. Ma Raffaele Del Gaudio, titolare del ristorante Cala la Pasta in via dei Tribunali la cui compagna è stata investita sabato 15 maggio da un "soggetto" dei decumani, ha fin qui desiderato soprattutto Veronica migliori e che venga fatta giustizia.

E se la sua compagna nelle ultime settimane ha fatto passi da gigante verso la guarigione, ieri la Squadra mobile ha pensato al resto. Gli agenti hanno infatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda, per due 19enni e gli arresti domiciliari per un 21enne. I primi due sono Patrizio Bosti e Giorgio Marasco, ritenuti "gravemente indiziati" di violenza privata e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose (Bosti, peraltro, è figlio di Ettore Bosti, persona condannata in via definitiva perché esponente del clan Contini dell'Alleanza di Secondigliano). Ai domiciliari è invece finito Gennaro Vitone, ritenuto "gravemente indiziato" di lesioni personali stradali con l’aggravante della fuga.

La ricostruzione dei fatti

Quel 15 maggio Vitone era in sella ad un motoveicolo, e viaggiando ad elevata velocità per le strade del centro cittadino ha travolto Veronica, la compagna di Raffaele Del Gaudio, mentre questa stava lavorando all'esterno di Cala la Pasta. Nell'incidente era rimasto coinvolto e ferito anche un turista argentino.

Per consentire la fuga al centauro ed assicurargli l’impunità, è rapidamente intervenuto un folto gruppo di persone che ha aggredito fisicamente e minacciato sia il titolare del ristorante sia lo chef, questo anche per indurli a non presentare denuncia nei confronti di Vitone, sia amici del turista argentino. I sodali di Vitone hanno iniziato a lanciare tavolini e sedie, e minacciato i presenti anche con un'arma per poi riprendersi il motorino incidentato.

La testimonianza di Del Gaudio

Il ristoratore aveva raccontato di un'insostenibile clima di minacce ricevute, nonostante fosse lui la vittima. “Ti uccidiamo”, gli avevano detto mentre aspettava l'ambulanza, perché coprisse l'investitore. “Li ho riconosciuti tutti e li ho segnalati. Qui molti si girano dall’altra parte, io non l’ho mai fatto”.

“Chissà se Veronica un attimo prima di essere travolta si è resa conto – ha aggiunto il ristoratore – Se ha pensato: ora mi uccidono. Quando l’ho vista riversa in strada priva di sensi ho creduto fosse morta. Venti minuti interminabili prima che la seconda ambulanza riuscisse ad arrivare”.

Ma la scena più drammatica è venuta dopo: “Il ragazzo che l’aveva travolta è scappato ma tempo cinque minuti e la 'paranza' è venuta a farci visita. Io piangevo, tentavo di capire se Veronica respirasse e lo mi dicevano: sappiamo chi sei e veniamo ad accoltellarti. Mi minacciavano, sono entrati nel locale hanno bloccato i miei fratelli e i dipendenti. Questa è stata la barbarie. Ed è questa la scena che non dimenticherò mai. Li ho visti tutti in faccia, li ho segnalati alle forze dell’ordine”.
Raccontava di non aver paura, di aver denunciato tutto con un video. Ieri, finalmente gli arresti.

Il commento di Sandro Ruotolo

"Denunciare paga sempre", ha commentato il senatore del gruppo misto Sandro Ruotolo, che era stato tra i promotori della manifestazione di solidarietà nei riguardi del ristoratore. "A quasi un mese dai fatti sono state emesse tre ordinanze di custodia per quei componenti della paranza della camorra riconosciuti e denunciati dai titolari del ristorantino 'Cala La Pasta' e dai clienti che si trovavano a cena la sera del 15 maggio in via dei Tribunali. Assicurato alla giustizia il centauro che investì provocandole gravissime lesioni Veronica Carrasco, la moglie del titolare del locale e un turista argentino. Identificato anche parte del gruppo che intervenne per recuperare la moto e minaccio’ di morte intitolare di Cala La Pasta.  Rampolli dei clan dell’Alleanza di Secondigliano. Colpisce che tra gli arrestati ci sia Patrizio Bosti, 19 anni, figlio di Ettore e nipote omonimo del capo clan che è confederato nella Alleanza di Secondigliano. A 19 anni già condannato in via definitiva per camorra. Lo Stato è più forte, noi siamo di più. Napoli dev'essere liberata dalla camorra. Grazie alla polizia di Stato e alla magistratura e grazie ai proprietari del ristorantino che hanno denunciato i camorristi. Saremo accanto a loro anche in Tribunale nel chiedere giustizia e condanne esemplari”.

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