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Cronaca Castellammare di stabia

Usura ed estorsione nel vesuviano: arrestato il boss 'o Mostr' e sua moglie

Farebbero parte del clan Cesarano. Imprenditori costretti a pagare interessi folli ogni mese fino alla completa restituzione del capitale in una sola rata. La moglie avrebbe assunto il comando delle operazioni da quando il marito è al 41bis

Vessati e al limite delle loro possibilità finanziarie, un gruppo di imprenditori stabiesi operanti nel campo del turismo e della ristorazione aveva tempo fa denunciato i loro carnefici. Durante quest'indagine condotta dai finanzieri del Gruppo di Torre Annunziata e della Compagnia di Castellammare di Stabia sono eerse anche operazione finanziarie anomale. Oggi l'epilogo, con un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta e coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di 3 soggetti, indagati a vario titolo per usura, estorsione e lesioni personali aggravati dal “metodo mafioso". 

In particolare, sulla base delle indagini, condotte mediante intercettazioni telefoniche, ambientali, escussioni testimoniali e l’esame dei sistemi di videosorveglianza comunali e privati, le Fiamme Gialle hanno ricostruito un circostanziato quadro indiziario a dimostrazione dell’illecita attività usuraria posta in essere sin dal 2011 da Nicola Esposito (detto “o’ mostr”), 48 anni, ritenuto affiliato al clan Cesarano e attualmente recluso al “41 bis”, che avrebbe prestato all’imprenditore- denunciante circa 550.000 euro in contanti richiedendone il pagamento di interessi annui pari al 120% del capitale concesso.

Dopo il suo arresto, avvenuto nel 2014, la riscossione delle rate mensili sarebbe - secondo gli inquirenti - stata effettuata e garantita da sua moglie, Annunziata Cafiero, che si è avvalsa anche della collaborazione di un familiare, attualmente irreperibile. In particolare, gli indagati avevano costretto le vittime al pagamento mensile degli interessi (5.500 euro) fino a quando quest’ultime non fossero state in grado di restituire in un’unica tranche anche l’intero ammontare del prestito elargito (cd. “usura conto capitale”) con il rischio, quindi, di non porre mai fine al soffocante rapporto di soggezione con i propri aguzzini e l’incombente pericolo, in alternativa, di cedere agli aguzzini la direzione e la gestione aziendale delle attività imprenditoriali.

Le vittime, esasperate dalle continue pressioni ed intimidazioni nonché da imprecazioni minacciose, avevano tentato in tutti i modi di poter sfuggire ed evitare gli incontri con i propri vessatori i quali, il più delle volte, hanno eseguito veri e propri “agguati” in puro stile camorristico. In particolare, nel corso dell’ultimo incontro avvenuto lo scorso luglio tra la denunciante e la moglie del boss, quest’ultima non ha esitato persino ad aggredire la vittima procurandole lesioni alla testa.

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