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Cronaca

Da nemici a partner nello spaccio: 40 misure cautelari ai danni dei clan

Si tratta di elementi ritenuti appartenenti ai “Belforte” ed ai “Piccolo-Letizia”. Tra i destinatari delle ordinanze anche due persone nate tra Napoli e provincia

I carabinieri della compagnia di Marcianise, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, hanno dato esecuzione a numerose ordinanze di misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale partenopeo.

Sedici persone sono state condotte in carcere, 15 agli arresti domiciliari, per 9 è scattato l'obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. I provvedimenti sono stati eseguiti a carico di persone residenti nel territorio del casertano, eccetto nei casi di un nolano (classe 1982, finito in carcere), e di un partenopeo (classe 1981, finito ai domiciliari) residente invece in provincia di Torino.

I reati ipotizzati sono associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, con le aggravanti dell’utilizzo del metodo mafioso, dell’impiego della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo dei clan “Belforte” e “Piccolo-Letizia”.

L’indagine, denominata “Unrra Casas” si è svolta dal mese di settembre 2014 al mese di maggio 2015, mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché attraverso intercettazioni telefoniche. Ha permesso di contrastare il dilagante fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nei comuni di Marcianise, Capodrise e Maddaloni.

I carabinieri sono riusciti ad individuare, per la prima volta, l’esistenza di un accordo tra i due clan storicamente nemici. In manette anche Aniello Bruno, latitante di spicco dei Belforte e fino all'arresto a capo del sodalizio criminale. Durante le investigazioni, sono state tratte in arresto 6 persone in flagranza di reato e sottoposti a sequestro penale circa 6 kg tra marijuana, hashish e cocaina.

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