Clan Troia sotto scacco: 39 arresti all'alba
L'operazione dei carabinieri è il frutto di indagini dirette e coordinate dalla Dda di Napoli. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione di stampo mafioso e associazione dedita allo spaccio di stupefacenti e di banconote false
Trentanove arresti: questo il bilancio dell'operazione portata a termine stamane, a San Giorgio a Cremano, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli. Si tratta di persone secondo gli inquirenti riconducibili al clan camorristico dei Troia, che ha la sua roccaforte nella città dell'hinterland napoletano e nelle zone limitrofe.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione di stampo mafioso e associazione dedita allo spaccio di stupefacenti e di banconote false. Sono 40 le ordinanze di custodia cautelare emesse: una persona risulta ancora al momento ricercata.
Nel corso delle indagini dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, i militari hanno documentato che la gestione delle piazze di spaccio di cocaina, crack, marijuana e hashish era stata motivo di scontro con altre organizzazioni criminali.
L'esplosione dell'autobomba nell'aprile del 2016
Sono state utilizzate intercettazioni dei colloqui in carcere, delle corrispondenze, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che servizi di osservazione e immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza. Ricostruita l'attività del clan dal 2010, periodo in cui con Francesco e Vincenzo Troia in carcere, la reggenza del clan passò - secondo gli inquirenti - alla madre di questi, Immacolata Iattarelli.
Grazie gli elementi raccolti è stato possibile ricostruire l’intero organigramma dell’associazione, di individuarne il “modus operandi”, e di circoscrivere i ruoli assunti da ciascuno degli indagati
La gestione delle piazze di spaccio ed il controllo del territorio di san Giorgio a Cremano sono state anche al centro di una faida con altre organizzazioni criminali e hanno dato luogo a numerose azioni violente. Tra queste l’esplosione, nel mese di aprile del 2016, di un’autobomba posizionata nei pressi dell’abitazione della donna boss.