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Cronaca Torre annunziata

“Terzo Sistema”: annullata un'ordinanza per associazione mafiosa

Secondo la Corte di Cassazione, uno dei sette giovani del nuovo clan oplontino, non deve rispondere del 416bis

B.M. il 23enne torrese finito in manette nel luglio scorso perché ritenuto parte del “Terzo Sistema” a Torre Annunziata, non risponderà più di associazione per delinquere di stampo camorristico. Secondo l'accusa il giovane – insieme ad altre persone - faceva parte di un gruppo criminale distaccatosi dal clan Gionta e composto dai figli di appartenenti al clan Gionta e Gallo – Cavalieri, poi finiti in carcere. Ieri i giudici della VI sezione della Corte di Cassazione hanno accolto la tesi difensiva dell’avvocato Salvatore Irlando, il legale del giovane che ha contestato l’esistenza del nuovo sodalizio criminale.

Anche se per lui è caduta l’accusa di 416 bis, B.M. resterà in carcere. Il suo avvocato ha annunciato che presenterà ricorso ricorso al Tribunale della Libertà. La decisione dei giudici romani è riferita alla sola posizione del 23enne che finì in manette lo scorso 13 luglio insieme ad altri sei giovanissimi vicini al clan Gionta. Le accuse mosse a vario titolo per tutti: Associazione per delinquere di stampo camorristico, detenzione di esplosivi, porto e detenzione di armi e ricettazione.

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