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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Anna Tatangelo e la campagna Lilt delle polemiche: "Anche chi si rifà il seno può ammalarsi di tumore"

La cantante affida al settimanale Chi una più articolata risposta a chi l'ha criticata come testimonial della campagna per la prevenzione del cancro al seno

Dopo aver chiesto scusa attraverso la trasmissione Le Iene, Anna Tatangelo affida al settimanale Chi una più articolata risposta a chi l'ha criticata come testimonial della campagna Lilt contro il tumore al seno.

“Credo che chi mi vuole bene e si fida di me abbia colto perfettamente il messaggio della campagna – spiega – voglio dire anche a chi non mi ama o non ha ancora colto il senso dell’immagine di andare oltre, e seguire il consiglio della Lilt: fate i controlli al seno”.

“Lasciate da parte antipatia, ironia, rancore – prosegue 'Lady Tata' – Sono una donna come tutte, con le sue insicurezze e con i suoi vezzi, ma ho valori forti, non ho mai fatto male a nessuno e se posso essere utile agli altri lo faccio volentieri. Dimostriamo di essere unite per una buona causa, combattiamo una malattia che minaccia il simbolo della nostra femminilità”.

La compagna di Gigi D'Alessio mette la vicenda sotto un'altra luce: “Se gli attacchi che ho ricevuto in questi giorni come testimonial del mese della prevenzione del tumore al seno promosso dalla Lilt sono serviti ad accendere i riflettori su questa iniziativa, ben vengano. Se invece sono stati fatti solo per colpire me non sono serviti a niente, e hanno rischiato di oscurare un messaggio importante per la vita e la salute delle donne”.

Ma qual è l'accusa rivolta alla cantante? Essenzialmente, la sua posa è ritenuta troppo sexy per il messaggio da veicolare. E poi ha il seno rifatto per motivi estetici, qualcosa che molti hanno considerato offensivo nei riguardi di chi ha dovuto ricorrere a mastectomia. “Non credo di essere l’unica con il seno rifatto e aggiungo che ogni donna, che abbia il seno naturale o ritoccato, rischia di ammalarsi di tumore al seno – replica la Tatangelo – anch’io, quindi, corro questo pericolo come tutte, non ho alcun privilegio. Sono una mamma, ho 28 anni, conduco una vita sana e devo fare i controlli periodici”.

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