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Cronaca

Crisi Anm, l'Usb lascia protocollo d'intesa e proclama uno sciopero

La decisione dell'Unione Sindacale di Base dopo le consultazioni con i lavoratori sul documento sottoscritto lo scorso 20 ottobre

L'Usb ha deciso di ritirarsi dal protocollo d'intesa siglato con il Comune di Napoli per evitare il fallimento dell'Anm e ha proclamato uno sciopero generale per venerdì 10 novembre.

Questa la decisione presa dall'Unione Sindacale di Base dopo le consultazioni con i lavoratori ai quali è stata sottoposta l'ipotesi di accordo. Nel testo firmato lo scorso 20 ottobre, tutte le sigle sindacali si erano riservate di far valutare i contenuti ai lavoratori entro il 30 ottobre.

I rappresentanti del Coordinamento regionale e dell'Esecutivo provinciale Usb, Marco Sansone e Adolfo Vallini hanno definito il protocollo "un documento carico di belle parole ed annunci di intenti, in assenza di un reale piano economico".

"E' impossibile rilanciare l'Anm - affermano Sansone e Vallini - con un piano senza fondi e in cui mancano all'appello i 65 milioni di beni immobili precedentemente previsti per la ricapitalizzazione. In questo modo il salvataggio dell'azienda rischia di diventare una lenta agonia verso il fallimento e la privatizzazione. Non basta ripianare il capitale sociale per garantire la continuità aziendale, ma è necessaria un'operazione dal valore economico reale. L'Azienda ha bisogno di iniezioni di risorse e di un concreto piano industriale per evitare che il sacrificio chiesto ai cittadini e ai lavoratori non resti vano".

"E' necessario portare le problematiche dinanzi al Governo nazionale e alla Regione Campania, corresponsabili dello strangolamento economico, finanziario e politico di Napoli e della sua area metropolitana. Dobbiamo pretendere che il Governo centrale si faccia carico, come già avvenuto per l'EAV, di risanare la situazione debitoria di Anm e, nel frattempo, si deve lavorare per una conferenza dei servizi che integri in modo chiaro, efficace ed efficiente, i diversi vettori presenti sul territorio regionale ed in ambito metropolitano. Il fallimento dell'Anm non può e non deve cadere né sulla pelle dei cittadini né dei dipendenti. È impossibile che non vi siano colpe o responsabilità manageriali, di chi aveva il compito di controllare i bilanci ed è inaccettabile affidare il risanamento e il rilancio dell'azienda a chi l'ha condotta sull'orlo del baratro. Il sindacato è pronto a proseguire i percorsi negoziali utili all'efficientamento aziendale, in grado di garantire ai cittadini servizi sempre più efficienti, sicuri, sostenibili e di qualità e, al contempo, definire condizioni adeguate di tutela per il lavoro e parità di trattamento tra tutto il personale dell'Anm", concludono Sansone e Vallini.  

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