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Cronaca

"Non c'è certezza che il cibo della Terra dei Fuochi sia inquinato"

Maria Triassi, responsabile dipartimento Salute pubblica Federico II, condanna l'allarmismo sui prodotti agricoli campani. "Senza un'analisi seria si rischia solo di rovinare l'immagine della regione"

La responsabile del dipartimento di Salute pubblica della Federico II, Maria Triassi, minimizza l'allarme alimentazione in Campania. "Non ci sono dati certi sull'inquinamento degli alimenti in Campania – spiega – L'allarme rischia solo di mettere in ginocchio l'immagine della nostra regione e l'agricoltura e le attività industriali". "In più c’è da dire – aggiunge Maria Triassi – che in una moderna società industriale, purtroppo, difficilmente può esiste una agricoltura a danno zero".

I dubbi e le paure derivano dalla continua scoperta di coltivazioni, soprattutto nella Terra dei Fuochi, irrigate da acque inquinate o cresciute su terreni compromessi da discariche illegali. "È pur vero che le piante assorbono attraverso le radici gli inquinanti dalla terra e dalle falde acquifere – dice ancora l'accademica della Federico II – ma si deve vedere il reale assorbimento che c'è stato in questi anni e fare dei distinguo da pianta a pianta. La cosa importante sarebbe quella di procedere con delle analisi a campione per verificare davvero lo stato degli alimenti campani".

"Bisognerebbe organizzare una task force con Arpac, Università e osservatorio sulle produzioni alimentari dell'assessorato regionale alle Attività produttive", aggiunge. "Al momento dati certi non esistono. Proprio per questo lanciare allarmi significa rovinare l'agricoltura e l'attività industriale della zona"

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