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Cronaca

Alessandro Siani: “Ecco la mia Napoli, tra marketing e miracoli”

Presentato il nuovo film del regista e attore partenopeo. Nel cast con lui De Luigi e Autieri. "È una favola che mette in mostra la genialità del popolo napoletano"

"Si accettano miracoli” è il nuovo film di Alessandro Siani che sarà al cinema dal 1 gennaio. “Una favolissima napoletana, ma anche una fantasy-comedy”, spiega il comico, la cui pellicola racconta marketing e miracoli.

Con lo stesso Siani, recitano Fabio De Luigi, Anna Caterina Morariu, Serena Autieri e Giovanni Esposito. La pellicola è stata girata in tre mesi ed è costata quasi sette milioni di euro: l'obiettivo di Cattleya e Rai Cinema è di eguagliare il successo del precedente lavoro del partenopeo, “Il principe abusivo”, che ne incassò 15 milioni.

La storia, che vede come protagonista proprio Alessandro Siani, è la vicenda di un “tagliateste” del centro direzionale investito anch'egli dalla crisi, e costretto a rifugiarsi dal fratello sacerdote (Fabio De Luigi) nella sua parrocchia (povera) sulla costiera Amalfitana. Alessandro dona un tocco di marketing all'attività parrocchiale, e la statua di San Tommaso inizia “miracolosamente” a lacrimare così da rendere il paese meta di pellegrinaggi. Il Vaticano nota però la vicenda e s'insospettisce.

“La mia idea mia – ha spiegato oggi l'attore e regista a Napoli – è quella di valorizzare le radici campane e posti straordinari come Sant'Agata dei Goti. Ma anche la volontà di fare una favola comica in un Paese in crisi e in difficoltà e di non far vedere la solita Napoli criminale. Insomma un modo per bilanciare tante cose brutte con una favola che metta in mostra la genialità di un popolo come quello napoletano”.

Siani si è soffermato poi sulla partecipazione di De Luigi (“ho voluto far venire fuori da Fabio quello che ha dentro, la sua grandissima umanità”), che interpreta un personaggio “ancora più credibile dopo l'avvento di Papa Francesco”. Il film, secondo il regista, è per tutti: “Quando vedo bambini ridere in sala mi scoppia il cuore per la contentezza, sento di aver colto la comicità alle radici”.

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