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Cronaca Pianura / Via Sandro Botticelli

Intervento del 118 per una paziente psichica, i familiari: "Nessuna aggressione o minacce"

L'episodio, denunciato da Nessuno tocchi Ippocrate, è stato ricostruito in modo differente dalla famiglia della ragazza

È un giallo la presunta aggressione verbale che si sarebbe verificata ai danni del personale 118 il 10 luglio scorso, alle 8 nel quartiere di Pianura in via Botticelli: le versioni fornite dall'associazione "Nessuno tocchi Ippocrate" e dalla famiglia coinvolta sono diametralmente opposte.

La vicenda, della quale è protagonista una ragazza con problemi psichici, era iniziata il giorno prima. "Mia sorella il giorno prima – racconta a NapoliToday lo zio della ragazza – aveva chiamato la polizia perché mia nipote dava segni di instabilità. A quel punto la polizia ha fatto intervenire il 118 che l'ha condotta al San Giovanni Bosco". La giovane però è fuggita nella notte ripresentandosi a casa. "Dopo poche ore si è risvegliata - prosegue ancora il familiare - ed ha ricominciato a dare in escandescenze. Mia sorella non è risuctia a calmarla e ha chiamato di nuovo il 118".

L'associazione Nessuno tocchi Ippocrate racconta a questo punto di un intervento difficile, con la giovane giù al palazzo che non voleva salire in ambulanza e il medico salito in casa dei familiari che veniva aggredito verbalmente dai parenti. "Prima che si arrivi al vero e proprio contatto fisico il medico, reputando la scena non sicura - spiega l'associazione - fugge giù in ambulanza".
"Mia sorella – prosegue però ancora lo zio della ragazza – aveva detto educatamente che non potevano rifiutarsi di condurla in ospedale, che era stata la polizia il giorno prima a farla portare al Don Bosco, ospedale dal quale era scappata. Non c'è stato alun tipo di minaccia o violenza".

Anche a questo punto, sulla conclusione, le due ricostruzioni divergono. Nessuno tocchi Ippocrate parla di un intervento risolutore dell'autista soccorritore che avrebbe tranquillizzato la paziente e sarebbe riuscito a caricarla in ambulanza per ricondurla al Don Bosco. In realtà, i familiari spiegano di essersi visti costretti a chiamare il 113, dato che il personale del 118 non voleva più intervenire. "Gli agenti sono arrivati e hanno fatto caricare la ragazza in ambulanza. Su consiglio di un agente e davanti ai suoi occhi, tra l'altro, mia sorella ha anche chiesto scusa al medico per il fatto di aver alzato la voce poco prima. È assurdo che si parli di minacce, addirittura di un'aggressione, siamo una famiglia educata ed onesta. Un medico dovrebbe dare tutto se stesso di fronte ad una situazone del genere. Se scappa, sicuramente non sta rispettando il giuramento d'Ippocrate".

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