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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

ACCADDE OGGI - 21 settembre 19 a.C., muore Virgilio

Il poeta è legato in maniera indissolubile alla città di Napoli, dove ha composto le sue opere più importanti e dove ancora oggi sono conservati i suoi resti

Publio Virgilio Marone, semplicemente conosciuto come Virgilio, nacque il 15 ottobre del 70 a.C. nei pressi di Mantova.

Il legame tra il poeta e la città di Napoli fu da subito fortissimo ed indissolubile, tanto che vi si trasferì giovanissimo per frequentare la scuola dei filosofi Filodemo e Sirone.

Fu proprio a Napoli che Virgilio compose le sue più grandi opere: le Bucoliche, le Georgiche e l'Eneide, il leggendario poema epico.

Dopo la sua morte, avvenuta il 21 settembre del 19 a.C. a Brindisi, di ritorno da un viaggio in Grecia, i resti di Virgilio furono trasportati a Napoli, dove tutt'oggi sono custoditi in un tumulo a Posillipo.

Virgilio dopo la morte - si legge su Wikipedia -  divenne un punto di riferimento importante per il popolo napoletano, che vide in lui il suo secondo patrono e spirito protettore della città di Napoli, dopo la vergine Partenope. Ai suoi resti (cenere ed ossa), conservati nel sepolcro da lui stesso concepito secondo forme e proporzioni pitagoriche, fu attribuito il potere di proteggere la città dalle invasioni e dalle calamità. 

Egli divenne in particolare un simbolo dell'identità e della libertà politica di Napoli: fu per questo che nel XII secolo i conquistatori normanni, col consenso interessato della Chiesa di Roma, acconsentirono ad un filosofo e negromante inglese di nome Ludowicus di profanare il sepolcro di Virgilio con lo scopo di rimuovere ed asportare il vaso con le sue ossa, al fine di indebolire e sottomettere Napoli al potere normanno distruggendo l'oggetto di culto che era la base simbolica della sua autonomia. I resti di Virgilio furono salvati dalla popolazione che li trasferì all'interno di Castel dell'Ovo, ma in seguito vennero qui sotterrati e nascosti per sempre ad opera dei Normanni. Da allora i napoletani ritennero che il potere protettivo del poeta verso la città fosse vanificato. Il ricordo di Virgilio però, soprattutto nel popolo napoletano, rimase sempre vivo. Alla fama di sapiente per la tradizione colta, con il tempo si affiancò quella di mago nella tradizione popolare, inteso come uomo che conosce i segreti della natura e ne fa uso a fin di bene. 

Come stretto amico di personaggi di potere e di grandissima influenza come l'imperatore Augusto, secondo leggende medioevali Virgilio avrebbe beneficato in molti modi la città di Napoli, che tanto amava. I suoi biografi narrano che fu proprio lui a consigliare all'imperatore di costruire un acquedotto che servisse questa ed anche altre città, come Nola, Avella, Pozzuoli e Baia. Inoltre avrebbe esortato Augusto a creare per Napoli una rete di pozzi e fontane per l'approvvigionamento idrico, un sistema fognario di cloache e complessi termali terapeutici a Baia e Pozzuoli, per cui fu anche necessario scavare un traforo nella collina di Posillipo, l'odierna "Grotta di Posillipo", nota per tale motivo fino al XIV sec. come "Grotta di Virgilio".

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