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Cronaca Torre annunziata / Via Roma

Abusi edilizi al Centro Medico Oplonti: in otto a processo

A giudizio sia il titolare della struttura che tre dipendenti del comune di Torre Annunziata

Rinviati a giudizio gli otto indagati per i presunti abusi edilizi all'interno della struttura di via Roma del Cmo, Centro Medico Oplonti, di Torre Annunziata. La decisione è stata presa dal Gup Emanuela Cozzitorto al termine dell'udienza preliminare. Accolta la richiesta del pm Rosa Annunziata che contesta agli indagati i reati, a vario titolo, di abuso d'ufficio, falso ideologico, falso in atto pubblico ed abusivismo edilizio. Sono due i binari dell'inchiesta. Da una parte coloro che avrebbero realizzato gli abusi all'interno dei locali che ospitano la medicina nucleare.

Per questi reati sono stati rinviati a giudizio il titolare del centro, Luigi Marulo, l'amministratrice della Gigante Immobiliare, proprietaria dell'immobile, Francesca Grassi, l'architetto Antonio Collaro ed i tecnici della ditta che ha effettuato i lavori, Marco Nastro e Giovanni Balzano. L'altro binario dell'indagine, invece, riguarda tre dipendenti comunali accusati di falsi nella pratica autorizzativa dei lavori. Si tratta del responsabile dell'Ufficio tecnico, Nunzio Ariano, e degli architetti Sergio Franco e Gino Di Donna, responsabile del Suap e del Demanio.

L'inchiesta è partita l'anno scorso dopo un sopralluogo dei carabinieri e della polizia municipale. È proseguita con intercettazioni telefoniche ed analisi degli atti amministrativi dove sono state riscontrate della anomalie. L'intera area oggetto dell'indagine è attualmente posta sotto sequestro con conseguente chiusura del reparto. Proprio riguardo a questo provvedimento i legali del centro hanno inoltrato un'istanza di dissequestro per permettere al reparto di tornare a lavoro. Il giudice si è riservata un termine per la decisione. Nel corso dell'udienza di ieri mattina diversi dipendenti del centro si sono recati all'esterno del tribunale con striscioni. L'azienda ha reso noto, che in caso di chiusura del reparto di Medicina nucleare, sono a rischio i loro posti di lavoro.

Sul rinvio a giudizio si è espresso anche il titolare: «Affronteremo con estrema serenità l’intero processo. Riponiamo sempre massima fiducia nella magistratura. Siamo supportati da avvocati e tecnici di elevato spessore umano e professionale che ci hanno sempre confortato sulla legittimità dei nostri comportamenti». E’ quanto dichiara Luigi Marulo, Direttore del CMO Centro Polispecialistico di Torre Annunziata che ha poi parlato della manifestazione dei dipendenti.

«Aspettiamo con la massima fiducia questo provvedimento, che speriamo ci consentirà di riprendere le attività di medicina nucleare, attualmente interrotte. In questo momento di estrema difficoltà è venuto fuori nella sua interezza il senso di responsabilità e di appartenenza dei lavoratori verso l’azienda: il Cmo è per tutti noi una grande famiglia. In maniera assolutamente spontanea, infatti, tutti i lavoratori hanno voluto far sentire la loro vicinanza nel momento dell’udienza. Al fine di evitare che tale vicinanza potesse trasformarsi in una manifestazione chiassosa, e per evitare interruzioni delle prestazioni sanitarie dell’azienda, tutti i 140 dipendenti si sono organizzati, garantendo la presenza all’esterno del Tribunale, ciascuno fuori dal proprio orario di lavoro, in una rotazione continua.

A tutti i lavoratori va il ringraziamento più profondo da parte dell’azienda per la vicinanza, per la correttezza manifestata nei confronti delle Istituzioni e del territorio e per lo spirito di servizio nell’aver comunque garantito l’erogazione delle prestazioni sanitarie, senza alcun tipo di disagio. Con nostro stupore inoltre abbiamo notato come, nel corso della giornata, diversi pazienti si sono recati all’esterno del Tribunale per manifestare la propria vicinanza al Cmo e ai lavoratori. Una testimonianza d’affetto di cui andiamo orgogliosi. Non appena conosceremo l’esito del provvedimento del Tribunale in ordine al dissequestro – conclude Luigi Marulo - lo renderemo pubblico in maniera da condividere con il territorio questo delicato momento”.

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