A Napoli, su Corso Vittorio Emanuele 453, trova spazio una salumeria che esiste da quattro generazioni e che prende il nome dalla famiglia che la gestisce: Antica Salumeria Malinconico dal 1890. Si tratta della classica bottega di quartiere in cui si può trovare di tutto, dalla pasta alla mortadella, dalla frutta ai piatti caldi pronti, eppure questa in particolare è diversa dalle altre. A distinguerla sono due elementi fondamentali: la qualità degli ingredienti e la lungimiranza di Alessio Malinconico, figlio di Amelia e Antonio Malinconico, attualmente gli ultimi eredi della famiglia. Grazie a lui e a un uso intelligente dei social network, la salumeria è passata dall’essere polo del quartiere Avvocata al diventare un attrattore irresistibile per tutta la città. Ma come?
“Abbiamo più di 130 anni di storia, per noi mantenere la tradizione è imperativo” ci racconta Alessio “Ma, d’altra parte, sono consapevole che bisogna stare al passo coi tempi e fare rete con gli altri, sia con la gente del posto che con chi viene a trovarci anche solo per una volta. Ciò che interessa a me è mantenere lo spirito della bottega senza snaturarla, ma intrecciando la mia storia con quella di altre attività, degli artigiani e artisti napoletani, delle realtà giovani e meno giovani, di chi, come noi, ama Napoli e vuole crescere qui”.
La marenna napoletana – ovvero quel panino in forma di sfilatino o rosetta o pezzo di pane, ripieno di ogni ben di Dio – è il pezzo forte della salumeria, insieme alla focaccia di mamma Amelia, una classica focaccia coi pomodorini e origano cotta dentro il “ruoto” – teglia di forma tonda – che dona ai bordi dell’impasto la sua peculiare bruciacchiatura. Alessio non ha fatto altro che costruire intorno a questi capisaldi una narrazione frizzante e giovane, evitando di isolarsi ma, al contrario, coinvolgendo nella promozione della bottega molti altri produttori, artigiani, proprietari di locali, tutti accomunati dalla voglia di offrire al cliente un’esperienza autentica.
Gli eventi di Salumeria Malinconico
Numerose dunque le iniziative: una collaborazione con i titolari di Latteria Itri, un’enosalumeria gestita da ragazzi giovanissimi che hanno rilevato e trasformato un’ex latteria di Itri in un punto di riferimento per gli amanti del vino, dei formaggi e dei salumi; una cena insieme a Luca Affatato di Bop a base di ravioli cinesi ripieni però di ingredienti tipicamente napoletani come salsiccia e friarielli o zuppa forte; aperitivi con vista sul mare di Acciaroli con tanto di food truck insieme ospiti della Tenuta degli Eremi, azienda agricola cilentana e yoga retreat; una pausa intervallo al Cinema Materdei a base di marenne e birra, un locale chiuso per più di trent’anni e che grazie ad Alessio, alla sua compagna Fabiana e ad Escape Vision – promotore culturale e rivista – ha riaperto per offrire ai napoletani un’esperienza dal sapore vintage; la creazione di un panino chiamato “Salvator Rosetta” in onore di Salvator Rosa, famoso pittore napoletano, in concerto con Mosto Birrerie e la Macelleria D’Ausilio, rispettivamente birreria/pub e macelleria/hamburgheria vomeresi; l’incontro con un’altra salumeria storica di Aversa, la Salumeria del Seggio, per una cena con degustazione dal titolo “Quando una salumeria ospita una Salumeria”.
Insomma, gli ingredienti tipici di una salumeria – formaggi, salumi, pane in ogni sua forma, parmigiane, focacce, mozzarella di bufala, prodotti sott’olio – declinati in modo contemporaneo, con lo scopo di unire attività dalle aspirazioni simili e di diversificare l’offerta di una città che, spesso, viene schiacciata dal binomio pizza/pasta. Usuali anche le collaborazioni con fotografi e artisti che espongono le proprie opere direttamente in salumeria.
L’anima tradizionalista di Salumeria Malinconico
Se passate in negozio in un giorno qualsiasi (ma non di giovedì pomeriggio, perché “giovedì è mezza giornata”) troverete Alessio e anche numerosi clienti storici, perché è vero che la salumeria è proiettata verso la ricerca di contributi sempre nuovi, ma vuole anche mantenere la sua anima di “putéca” ovvero di bottega di quartiere. Potreste allora conoscere la stessa Amelia, o Enrico, che da quarant’anni serve al banco salumi, oppure la signora Rita, nonna di Alessio, che ogni tanto si siede a pulire la verdura.
Alessio ci spiega bene cos’è per lui la Salumeria: “Ciò che succede qui dentro si può riassumere con la voglia e l’energia di andare avanti, di continuare a fare bene e provare a migliorarsi. Oggi si chiamerebbe 'open space' o 'spazio coworking', ma sono 133 anni che questo 'ufficio' è aperto al pubblico, senza porte, senza orari rigidi e regole ferree. Solamente con la voglia di vedere i nostri clienti e di farli sentire a casa”. Si possono seguire tutti gli eventi in corso e futuri tramite la loro pagina Instagram.