Verso sera, quando arriva l’ora di un aperitivo, oppure più tardi, al momento di un buon drink (o anche due) dopo cena, l’atmosfera vitale di Napoli continua a vibrare ai banconi e tra le bottigliere dei suoi migliori cocktail bar. Abbiamo fatto un giro tra la collina del Vomero e il rettilineo di Spaccanapoli, passando da Chiaia e Borgo Santa Lucia, per indicarvi dove sorseggiare miscele che rievocano il Regno delle Due Sicilie e omaggi fumanti al Vesuvio; dove accomodarvi in speakeasy con bartender in livrea oppure in profumati giardini nascosti. Con una piccola deviazione in provincia, laddove la miscelazione recupera ingredienti dimenticati. Ecco tutti i nostri consigli.
Anthill
"La casa delle formiche" (questo è il significato del nome in inglese), è il cocktail e tapas bar aperto all'inizio di maggio 2023 dallo chef del Kresios di Telese Terme Giuseppe Iannotti. Situato al quinto piano di un edificio storico in Via Toledo, fa parte del grande progetto delle Gallerie d'Italia all'interno dell ex sede del Banco di Napoli. Insieme al Luminist, il bistrot e caffetteria condotto dallo chef campano per aggiungere all'offerta culturale del museo una gastronomica di pari livello. Anthill conta una sala con ben due banconi e una terrazza, dal design curato ed eclettico. Non solo nell'arredo, nella carta da parati e nell'illuminazione ma anche nei bicchieri, realizzati con stampa 3d. Il team dei bartender è guidato da Arianna Garuti e amministra un menù con tutti i grandi clasici, oltre a 12 preparazioni creative della casa. Dalla cucina arrivano tapas e assaggi firmati da Antonio Grazioli e Marco Langella.
Archivio Storico
Un cocktail bar incastonato tra i palazzi del Vomero che è tutto un omaggio alla Napoli “che fu”: quella dei fasti della dinastia borbonica, con cinque sale dedicate ognuna a un re delle Due Sicilie. I due piani sono arredati con personalità e una certa opulenza, tra boiserie, lampadari appariscenti e dipinti alle pareti. Dal 2017 si è aggiunta un’offerta gastronomica ben strutturata, pensata non solo per accompagnare la bevuta ma anche per una cena completa. Oltre ai classici, la carta si divide tra i drink ispirati alle tappe del Grand Tour (il viaggio che i giovani aristocratici compivano in Italia tra il Settecento e l’Ottocento), alle ricette dei “Monzù” (i capocuochi al servizio delle famiglie aristocratiche), per concludersi con “5 Martini per i 5 Re”. A Ferdinando e Carolina, ad esempio, è dedicato quello a base di vermouth dry, gin Monkey 47, zenzero e cannella. Il bar manager è Salvatore D’Anna e sui piatti c’è la firma dello chef procidano classe ’84 Marco Ambrosino (forte di un’esperienza decennale al 28posti di Milano e ora in cucina da ScottoJonno, come racconteremo più avanti).

Barril
Il punto forte di questo locale nel quartiere Chiaia, a poca distanza dal mare, è l’accogliente e curato giardino interno. Jazz di sottofondo e servizio sorridente completano il quadro dell’aperitivo perfetto, dove i miscelati si abbinano a taglieri di formaggi selezionati o stuzzicanti finger food (come i mini hamburger con bun fatto in casa oppure i quadretti di pinsa con provola e friarielli). Il menu dei cocktail elenca i classici internazionali — Sazerac e Aviation, tra tutti — come anche qualche variazione creativa. Per esempio l’Old Fashioned al tiramisù, servito con savoiardo e crema di mascarpone, oppure il Silky Way: un connubio esotico di gin Roku, tè verde e distillato aromatizzato alla prugna.

Dopoteatro
Un’insegna aperta dal 2019 in centro, a pochi metri dal teatro Bellini, del quale promette di accogliere il pubblico magari alla fine di uno spettacolo. L’ambiente è
contemporaneo, con una bella bottigliera illuminata, e l’“Intrattenimento e le miscele” (come recita il motto del locale) arrivano sotto forma di dj set o eventi con bartender ospiti. Il menu di tutti i giorni, dal nome emblematico di “And the Drinker Is”, si ispira al mondo del cinema, con un prezzo medio di 12€ a coppa. A seconda delle vostre preferenze (in fatto di pellicole e non), potete ordinare lo Jedi — con rum al babà, sciroppo di riso e sambuco, lime, bitter, assenzio e soda — il Wallace — a base di whisky torbato, gin Bulldog e cipolline caramellate — o ancora l’Audrey — un mix di vodka al tè macha, limone, zucchero e tonica dall’inconfondibile sfumatura verde Tiffany.

Flanagan’s
Oltre a cocktail confezionati su misura, il Flanagan’s propone una buona carta dei vini e delle birre. Naturalmente, però, è la mixology il punto di forza, come dice il nome: un omaggio a Brian Flanagan, il personaggio interpretato da Tom Cruise nel film dell’88 Cocktail che ha ispirato Giovanni Federico e Stefano Auletta ad aprire il proprio, piccolissimo locale a Chiaia nel 2015. Si è poi aggiunto Giovanni de Giovanni, con il quale è arrivata a fine 2022 l’apertura della seconda sede al Vomero. Mobilio rétro, divanetti imbottiti, carta da parati e tappezzeria in velluto; tutto concorre all’atmosfera anni ’30 nella quale è piacevole immergersi per un drink o una sessione di musica dal vivo. Assaggiate il Bloody Mary della casa, la variazione sul Paloma chiamata “Vogue” o, magari dopo cena, il goloso Green Chihuahua, con tequila Patron, purea di kiwi e cacao.

La Fesseria
Un caposaldo della mixology partenopea dal 2017, aperto in una traversa di Spaccanapoli tutti i giorni dalle 18.30. In 30 metri quadri si concentrano buona accoglienza e competenze miscelatorie, “addo l’ospite aropp tre juorn addora ancora” (dove l’ospite, dopo tre giorni, ancora profuma!). Ottimo rapporto qualità-prezzo per l’ultima carta, quella dedicata agli anni ’90 tanto cari ai nostalgici millennials. Si va dai 7€ de Lo Squillo, con gin, rum, limone e sciroppo di zenzero ai 12€ del Nevermind, a base di mezcal, estratto di rapa rossa, lime, sciroppo di zenzero e miele. Adiacente al primo locale c’è anche La Fesseria +, una saletta minimale con un bel bancone in marmo e sedute alte dedicata alla mescita di vini italiani, Champagne e spiriti di qualità. In abbinamento, inoltre, a degustazioni di formaggi, salumi, caviale e piccola pasticceria.

L’Antiquario
Alex Frezza ha sognato un locale che nascesse già classico, con velluti rossi, ampi specchi, carta da parati William Morris e musica jazz, in omaggio ai più illustri bar del mondo. E poi l’ha aperto nel 2015 nell’ex bottega di un antiquario di Chiaia, avviando il primo speakeasy della città (si chiamano così i bar un po’ nascosti e senza insegne, che si rifanno al periodo del Proibizionismo americano). Prenotate il vostro tavolo — o sgabello al bancone — e fate un viaggio nella carta dedicata a Napoli Capitale, con drink tra i 13 e i 15€ che evocano personaggi e tratti della città: dal coccodrillo che si dice abitasse le segrete del Maschio Angioino (gin infuso al kaffir lime, grappa, vino aromatizzato e maraschino al karkadè) alla maliarda, che affascina con una miscela di tequila blanco, rosa e cetriolo. I baristi in livrea bianca hanno fatto davvero scuola in città, rilanciando un drink d’antan come il Penicillin e diffondendo cocktail internazionali come il French75 dell’Harry’s Bar di Parigi e del Gin Basil Smash del bar Le Lion de Paris di Amburgo. L’Antiquario è il 46° miglior bar del mondo stando alla classifica The World’s 50 Best Bars.

Misture
Ci troviamo nel rione storico di Santa Lucia, a pochi passi da Castel dell’Ovo e l’adiacente Borgo Marinari, e dai tavolini di Misture (allestiti anche all’aperto, quando la stagione permette) quasi si intravede il golfo. I proprietari Mattia Giuseppe Esposito e Luigi D’Amore hanno voluto una bella atmosfera internazionale dal carattere “industrial”— da qui passano anche molti turisti — e un approccio semplice che però non tralascia l’estetica della presentazione. Le preparazioni di base arrivano tutte dal laboratorio interno, dove si lavorano materie prime fresche senza alcuno spreco. Assaggiate il cocktail a base di vodka dedicato al Vesuvio, che vi verrà servito in una coppa a forma di vulcano con tanto di fumo.

ScottoJonno
Si tratta dell’ultima, recentissima novità del panorama partenopeo: ScottoJonno ha aperto giusto il 22 marzo alla Galleria Principe di Napoli. O meglio ri-aperto, perché lo storico cafè chantant, prima di passare alla Tesoreria di Stato del Banco di Napoli, qui esisteva già dal 1883. E l’ha fatto grazie all’accorto restauro degli spazi ad opera del privato Luca Iannuzzi (proprietario anche dell’Archivio Storico), che dichiarano in maniera sobria ma contemporanea il fascino originale della Belle Époque. Aperto da mattina a tarda sera, comprende un ristorante di alta cucina condotto dallo chef Marco Ambrosino, mentre il cocktail bar — con elegante bancone e bottigliera a vista, a piano terra come la biblioteca e il bistrot — si avvale della guida di Dom Carella, patron del cocktail bar Carico a Milano e consulente di molti ristoranti in giro per il mondo. La mixology, da ScottoJonno, è parte di un progetto globale che lega storia, cultura, enogastronomia e design.
Laboratorio Folkloristico a Pomigliano d’Arco
Se avete qualche oretta a disposizione, seguite il nostro consiglio e spostatevi di poco più di 15 km verso Pomigliano d’Arco. Qui è attivo dal 2020 Laboratorio Folkloristico, uno dei bar più entusiasmanti del nostro paese. I cocktail di Vincenzo Pagliara (tra i fondatori con Francesco Manna e Vincenzo Monda) traggono forza da ingredienti e botaniche del territorio, spesso trascurati, selezionati da piccoli fornitori segnalati uno per uno sul menu. Le ricette si studiano con ingredienti nella loro condizione migliore, poi vengono standardizzate e proposte (grazie a conserve e fermentazioni) nella stagione successiva. In questo momento, ad esempio, si serve l’“Aucello Crifone”: whisky Wood Reserve, mallo di noci, vermouth, caffè, cioccolato e polvere di agrumi esausti (10€). Un’appendice del menu è dedicata agli analcolici e ai miscelati a bassa gradazione, oltre a “Beeing”, una serie di drink che ricrea la complessità del vino con ingredienti provenienti dalle api. Da mangiare ci sono taglieri di salumi e formaggi locali, “cuoppi” di fritti e bruschette. Ma fate attenzione al calendario condiviso sui social e segnatevi le serate “Chef’s Banco”, con chef ospiti che creano piatti abbinati alle bevande.
