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Riscaldamento: come capire se il tuo impianto è fatto male

Prima di procedere ad installare il riscaldamento domestico ci sono diverse cose da considerare: la check list

Un buon impianto di riscaldamento richiede alcuni fondamentali accorgimenti .

Innanzitutto è necessario capire valutare:

  • se realizzare un impianto monotubo, che collega in sequenza i termosifoni, in modo che l'acqua viene inserita solo nell'ultimo, oppure bitubo in cui tutti i radiatori sono indipendenti e la chiusura di uno non influisce sul funzionamento degli altri;
  • la tipologia di camere da riscaldare: ogni ambiente ha le sue caratteristiche e la nostra permanenza all'interno - in via generale - non ha la stessa durata. Ad esempio in cucina, tra elettrodomestici e forno, la temperatura è più alta di per sè, come in bagno tra vapori e phon. In camera da letto o nel soggiorno, invece, dove si tende a muoversi di meno, si ha bisogno di qualche grado in più;
  • le dimensioni della camera: bisogna calcolare bene il volume dell'ambiente che dovrà essere riscaldato;
  • posizione degli attacchi e interasse: servono se siamo in fase di ristrutturazione e sono pensati per poter installare i nuovi radiatori sul vecchio impianto;
  • grandezza del calorifero: è lo spazio disponibile nella parte superiore, anteriore e laterale rispetto agli attacchi;
  • potenza termica: è un dato da ricavare dalla scheda tecnica del vecchio modello di radiatore, ma anche dal volume della stanza in modo da ottenere approssimativamente la potenza termica necessaria a riscaldare l’ambiente.

Come calcolare il numero degli elementi

I termosifoni sono composti da elementi: più la stanza è ampia più numerosi dovranno essere i componenti.

Per capire quanti elementi servono è necessario innanzitutto calcolare il volume della camera: si ottiene moltiplicando la larghezza per profondità e l'altezza.

Per riscaldare efficacemente un ambiente è necessaria una potenza che si aggira sulle 30 kcal per metro cubo. 

Infine, non resta che valutare la resa termica: varia in base ai diversi prodotti e può essere ricavata dalla scheda tecnica.

In generale in una stanza di medie dimensioni e ben coibentata saranno sufficienti 5 elementi, se c'è dispersione termica, meglio un termosifone con 6 elementi.

Tipologie di termosifoni

In commercio ci sono termosifoni realizzati con materiali differenti

Ghisa: è il materiale più usato perchè, una volta spento il riscaldamento, riesce a conservare per diverse ore il calore, anche se impiega molto tempo a scaldarsi. Meglio installarlo in ambienti in cui sostiamo a lungo, perchè in un luogo poco frequentato comporta un dispendio di energie senza poter sfruttare in pieno il caldo. I nuovi hanno costi in genere molto contenuti.   

Acciaio: arrivato da poco sul mercato, viene utilizzato sempre più spesso perchè assicura risparmio energetico combinato ad un aspetto raffinato. La struttura leggera e innovativa ne fa un elemento d'arredo. Rispetto a quello in ghisa si riscalda rapidamente, ma si raffredda altrettanto velocemente. Non è molto adatto ad ambienti di grandi dimensioni ed ha un costo elevato.

Alluminio: è una soluzione intermedia tra le due precedenti per resa ed estetica. Si riscalda e si raffredda rapidamente. Ha linee eleganti ed è decisamente economico.

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