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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Domotica

Dalla domotica la possibilità di effettuare a casa uno screening non invasivo e a basso costo per il tumore al seno

Si chiama "Blue Box" il dispositivo ad Intelligenza Artificiale inventato da una giovanissima ricercatrice per consentire la diagnosi precoce di tumore al seno ed ha vinto il premio internazionale Dyson 2020

Il tumore al seno è la neoplasia più frequente in assoluto per incidenza nella popolazione femminile. Le stime dicono che nel 2018, in Italia, ha colpito 52.800 donne e circa 500 uomini.

A causa dell'emergenza pandemica da Covid19-Sars2, nei soli primi 5 mesi del 2020 ci sono stati circa 400mila screening in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: significa che non è stato possibile effettuare quasi 2mila diagnosi precoci di tumore al seno e, come è facile comprendere, la tempestività delle terapie è fondamentale per l'aspettativa di vita dei pazienti.

Cos'è Blue Box

Per rispondere alla doppia esigenza di salvaguardare la salute delle persone e impedire la diffusione del virus arriva adesso "Blue Box". Vincitore internazionale del James Dyson Award 2020, si tratta di un dispositivo inventato dalla 23nne spagnola Judit Giró Benet che consente di individuare il tumore al seno in ambiente domestico, utilizzando un semplice campione di urina. A motivare la ricerca di Judit una dolorosa vicenda personale: la diagnosi alla madre di tumore al seno. Grazie a Blue Box, quindi, non sarà indispensabile recarsi in ospedale o presso strutture mediche per effettuare il primo screening.

Come funziona Blue Box

Utilizzabile in ambiente domestico, cioè a casa, il dispositivo si serve di un campione di urina ed è basato su un algoritmo dotato di intelligenza artificiale per rilevare i primi segnali di tumore al seno. Il dispositivo esegue un'analisi chimica del campione di urina e trasmette i risultati al Cloud dove l'algoritmo basato sulla AI reagisce a specifici metaboliti presenti nelle urine, fornendo all'utente una diagnosi. Il dispositivo è collegato a un'app che, nel caso in cui il campione risultasse positivo, mette l'utente immediatamente in contatto con un operatore sanitario per gli ulteriori indispensabili controlli.  Non invasivo, indolore, non irradiante e a basso costo, la Blue Box può essere usata abitualmente in ambiente domestico consentendo di monitorare costantemente la propria salute.

"Blue Box ha il potenziale di rendere lo screening tumorale parte della routine quotidiana - spiega Judit - Può aiutare a cambiare il modo in cui la società lotta contro il tumore al seno, facendo sì che le donne possano evitare una diagnosi in stadio avanzato. Il giorno in cui James Dyson mi ha comunicato di aver vinto il premio internazionale è stato un vero punto di svolta poiché il premio in denaro mi permetterà di brevettare ulteriormente e di velocizzare la ricerca e lo sviluppo. Ma, soprattutto, sentire che crede nella mia idea mi ha dato la fiducia di cui ho bisogno in questo momento di vitale importanza".

Per l'arrivo sul mercato del dispositivo, quindi, è necessario attendere le ultime fasi del processo di prototipazione, con il supporto degli studi clinici, e l’indispensabile deposito brevettuale.

James Dyson, Fondatore e Ingegnere Capo Dyson, ha sottolineato: "Purtroppo ho assistito in prima persona agli effetti strazianti del cancro e, come scienziati e ingegneri, dovremmo fare tutto il possibile per superare questa terribile malattia. Judit ha messo insieme hardware, software e IA, in modo impressionante, per creare un prodotto ben progettato che potrebbe rendere lo screening del cancro parte della vita quotidiana. I dati che la Blue Box raccoglie e memorizza nel Cloud forniranno una visione d'insieme che può consentire un trattamento più preciso e ampliare la conoscenza globale del cancro. Merita tutto il supporto che può ottenere, soprattutto adesso che si avvia a percorrere il complesso iter di approvazioni in ambito medico e scientifico”.

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