Qual è il posto giusto per il presepe secondo la tradizione napoletana

Il presepe napoletano da sempre costituisce una immaginifica raccolta di simboli di vita e di morte. L'immancabile fiumiciattolo e l'annesso mulino, ad esempio, rappresentano lo scorrere del tempo e, dunque, sono una rappresentazione simbolica dell'arco della vita. Il pozzo è chiaramente un passaggio tra il mondo di sopra e quello degli inferi. I mendicanti, con i loro volti stanchi e gli abiti laceri, sono una raffigurazione delle anime pezzentelle che chiedono di essere sollevate dai loro peccati. La donna che fila, nelle sue tante varianti di collocazione ed età, rappresenta le Parche, le divinità che decidono del destino degli uomini, e così via.

Tra i primi a capire che a Napoli il presepe, oltre ad essere meravigliosa ed immaginifica rappresentazione della Natività, aveva anche una profonda valenza simbolica che rimandava ai riti iniziatici e al cammino che deve compiere l'uomo per prendere coscienza di sé, ci fu il grande Johann Wolfgang von Goethe - scrittore, poeta e drammaturgo tedesco del '700 - che soggiornò per un lungo periodo nella nostra città, ovviamente innamorandosene.

Dove va collocato il presepe secondo la più antica tradizione napoletana

A Napoli, almeno fino a qualche anno fa, erano davvero in tantissimi ad essere convinti che il presepe costituisse una sorta di chiave in grado di aprire un collegamento tra il mondo dei vivi e l'aldilà. Per questo motivo nessun possessore di una scarabattola contenente un presepe si sarebbe mai sognato di sistemarla in camera da letto, cioè nel luogo in cui ci si addormenta, abbandonando ogni difesa. Per essere davvero sicuri di non correre rischi, inoltre, secondo la più antica tradizione napoletana, il presepe deve essere circondato da particolari erbe portafortuna, capaci di contrastare il male: innanzitutto pungitopo e poi muschio, mortella, rosmarino e, una volta completato, generosamente profumato con l'incenso.  

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