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Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Vomero: oltre 2.000 firme in tre giorni per salvare Trony. Un sit-in di solidarietà a fianco dei 41 dipendenti

" La petizione è indirizzata al ministro del lavoro Poletti, al presidente della giunta regionale della Campania, De Luca e al sindaco di Napoli, De Magistris ma ci auguriamo che, oltre ai cittadini, accanto ai lavoratori si schierino i rappresentanti di tutte le istituzioni, dai parlamentari nazionali ai consiglieri della municipalità, passando per i consiglieri regionali e comunali, che in verità, sulla vicenda, fino a questo momento si sono trincerati in un assordante silenzio. Inoltre, dal momento che con la chiusura di Trony rischia di sparire anche il reparto editoriale, ci auguriamo che scendano in campo anche gli intellettuali, lanciando un apposito manifesto, così come è stato fatto in altre analoghe occasioni

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che, per primo, nei giorni scorsi ha lanciato l'allarme sulla paventata chiusura del punto vendita della Trony in via Luca Giordano al Vomero, con la perdita del posto di lavoro dei 41 dipendenti attualmente impegnati, in attesa di ulteriori iniziative a sostegno, tra le quali un sit-in che si svolgerà, nei prossimi giorni, in una data da concordare con gli stessi lavoratori, per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica sulla grave situazione che si sta determinando, annuncia con soddisfazione il superamento delle 2.000 sottoscrizioni, in appena tre  giorni, dell'apposita petizione online presente alla pagina internet https://www.change.org/p/giuliano-poletti-napoli-salviamo-il-punto-vendita-trony-e-il-posto-di-lavoro-dei-41-dipendenti   

            " In verità - esordisce Capodanno -, sebbene la comunicazione ufficiale sia di questi giorni, la notizia della possibile chiusura dello store vomerese era già nell'aria da alcune settimane a questa parte. Si osservavano infatti alcuni preoccupanti segnali. Innanzitutto era sparita la vigilanza che abitualmente si trovava all'ingresso. Inoltre gli scaffali al piano terra, man mano che avvenivano le vendite, apparivano sempre più vuoti o riempiti con imballaggi di cartone invece che con i prodotti disimballati ".

            " Alle tante domande degli abituali clienti per informarsi sul perché di questo stato di cose ma anche per sapere se i prodotti esposti in passato e, allo stato, mancanti, sarebbero arrivati prima delle festività - prosegue Capodanno -  le risposte erano quasi sempre evasive, presumibilmente nella speranza che, anche attraverso l'opera dei sindacati,  si trovasse una soluzione che non comportasse la chiusura del punto vendita con il conseguente licenziamento dei lavoratori. Poi invece la doccia fredda con la comunicazione ufficiale arrivata una decina di giorni addietro, sebbene le trattative siano ancora in corso ".

            " Una notizia - aggiunge Capodanno - che avrà sicuramente notevoli ricadute, e non solo per gli addetti, quella della possibile chiusura dello store di elettronica, che occupava gli stessi spazi, in via Luca Giordano, che per dieci anni avevano ospitato la FNAC, la ditta francese che al Vomero era a sua vota subentrata nell'anno 2003 allo storico negozio Standa, chiudendo poi definitivamente il 26 maggio 2013. Allora, anche a seguito delle battaglie sostenute dai lavoratori, in base a un accordo sindacale, una parte del personale della FNAC era stata assorbita dalla subentrante ditta. Non solo, ma dopo petizioni e manifestazioni varie si riuscì a salvare anche il reparto editoriale, posto al piano interrato, salvando così una delle poche librerie rimaste sul territorio del Vomero. Oggi la storia sembra ripetersi, senza che però, al momento, si prospetti alcuna ipotesi che garantisca il posto di lavoro degli attuali dipendenti. Al riguardo non si conosce neppure l'eventuale nuova destinazione che potrebbero avere i locali in via Luca Giordano, una parte dei quali, rispetto a quelli un tempo occupati dalla FNAC, comunque è stata già da tempo locata ad altre ditte ".

            " La scomparsa di questo tipo di attività commerciale  - puntualizza Capodanno - sarebbe determinata, segnatamente nel settore dell'elettronica e, più in generale, dell'high-tech, da un lato, dagli elevati costi di gestione, dall'altro, dalla concorrenza, con prezzi decisamente competitivi, del commercio online, al quale preferirebbero rivolgersi gli acquirenti, specialmente giovani. Peraltro la chiusura, per quanto riguarda il marchio Trony, da notizie attinte su internet, non  riguarderebbe solo l'esercizio di Napoli ma anche altri punti vendita presenti in altre città italiane, per un totale di 105 dipendenti che rischiano il posto di lavoro ".

            " La petizione da me lanciata - conclude Capodanno - è indirizzata al ministro del lavoro Poletti, al presidente della giunta regionale della Campania, De Luca e al sindaco di Napoli, De Magistris ma ci auguriamo che, oltre ai cittadini, accanto ai lavoratori si schierino i rappresentanti di tutte le istituzioni, dai parlamentari nazionali ai consiglieri della municipalità, passando per i consiglieri regionali e comunali, che in verità, sulla vicenda, fino a questo momento si sono trincerati in un assordante silenzio. Inoltre, dal momento che con la chiusura di Trony rischia di sparire anche il reparto editoriale, ci auguriamo che scendano in campo anche gli intellettuali, lanciando un apposito manifesto, così come è stato fatto in altre analoghe occasioni ".

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