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Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Vomero: Non si arrende il fioraio di via Scarlatti

Riprende l’attività sul marciapiede

 

 

 

 

            Un raro esempio di attaccamento al lavoro e alla propria attività di un uomo che, in considerazione dell’età, potrebbe godersi la pensione per quanto esigua, viene dal Vomero, il quartiere collinare del capoluogo partenopeo, un quartiere noto per i suoi oltre 1.600 esercizi commerciali concentrati su di un territorio di circa due chilometri quadrati. Un settore in continua evoluzione, con negozi che chiudono ed altri che aprono immediatamente al loro posto, con una frequenza tale da far impallidire un camaleonte, che pure è capace di cambiare il colore della pelle dal giorno alla notte. La tenacia di quest’uomo andrebbe premiata e dovrebbe essere d’esempio a tanti, giovani e meno giovani.

            Da quando alla fine del maggio scorso è stato privato del negozio, posto al centro dell’isola pedonale di via Scarlatti e che aveva ospitato la sua bottega di piante e fiori per quasi ottantanni, ogni giorno si è recato presso il suo vecchio esercizio, rimanendo da mattina a sera seduto su di una panchina nei pressi, rispondendo alle tante domande dei passanti, molti dei quali suoi clienti da lustri, meravigliati per l’improvvisa chiusura.

            Poi la decisione improvvisa che lo riporta presumibilmente alla primordiale attività di ambulante, con fiori e piante poste sul marciapiede antistante all’esercizio chiuso, sul quale continua a campeggiare la vecchia insegna.

            Una trasformazione quella del settore commerciale vomerese che ha subito una notevole impennata negli ultimi anni. Al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di vecchie tradizionali famiglie vomeresi, che si trasmettevano di padre in figlio, sono arrivate attività di ogni tipo, principalmente banche, negozi di telefonia, ma anche molti megastore, sia nel settore alimentare che dell’abbigliamento, che hanno dato il colpo di grazia al piccolo commercio al dettaglio.

            Un’occasione questa per sollecitare ancora una volta la Regione Campania a varare una legge per le antiche botteghe del capoluogo partenopeo, che stanno chiudendo a ragione degli elevati costi di gestione, a partire dai canoni di locazione che sono aumentati a dismisura.

Vomero: Non si arrende il fioraio di via Scarlatti

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