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Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Vomero: ha chiuso Caniglia in via Luca Giordano

“ Il Vomero – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari - era una delle aree commercialmente più attive di Napoli, ma, purtroppo, negli ultimi anni ha fatto registrare segni di una forte quanto irreversibile crisi. Il numero di attività commerciali che hanno chiuso o si sono trasferite a causa dei costi elevati di gestione è costantemente aumentato col passare del tempo.  E purtroppo la situazione va peggiorando con ritmi esponenziali. Per esemplificare, nella galleria Vanvitelli numerosi locali rimangono vuoti mentre nel tratto di via Scarlatti tra piazza Vanvitelli e via Morghen, poche centinaia di metri di strada, una decina di negozi sono chiuse da tempo.  La settimana scorsa ha chiuso il negozio d’abbigliamento “il Bagaglino” in via Scarlatti, una ditta presente al Vomero da oltre 80 anni. Oggi è toccato  al negozio  di Antonio Caniglia in via Luca Giordano, un altro pezzo di storia del quartiere che scompare dopo quasi quarant’anni di attività  “.

“ La chiusura delle attività commerciali ha comportato tra l’altro  la desertificazione di molte strade e, cosa più preoccupante, un incremento della disoccupazione – prosegue Capodanno -. Passando ad un analisi più approfondita del fenomeno bisogna premettere che se da un lato, naturalmente, c’è la crisi economica che colpisce il potere d’acquisto dei consumatori,  dall’altro il Vomero non è più un punto di riferimento commerciale anche per chi veniva dalla provincia “.

“ La responsabilità di questo stato di cose non dipende solo dal fatto che nelle aree immediatamente a ridosso della città sono spuntati come funghi grossi centri commerciali che oramai catalizzano l’attenzione dei consumatori ma anche dalla pessima gestione del territorio comunale – puntualizza Capodanno –. Al Vomero ci troviamo alle prese, e non da oggi, con un grave problema legato di viabilità, dal momento che, se è vero che è uno dei quartieri meglio serviti della città dal trasporto su ferro, è altresì vero che l’adozione di alcuni recenti provvedimenti di pedonalizzazione non accompagnati dalla contestuale creazione di infrastrutture, come parcheggi pubblici, ha contribuito ad allontanare i potenziali consumatori che raggiungevano il quartiere anche da fuori città e che ora devono fare i conti con i prezzi stellari dei pochi parcheggi privati e con un traffico caotico, specialmente nei fine settimana “.

“ A questo punto – sottolinea Capodanno- il Vomero si è pian piano uniformato agli altri quartieri cittadini. Non c’è più l’artigianato, non c’è più la cultura, scomparse anche molte librerie e molte sale cinematografiche, l’ultima in ordine di tempo quella del cinema Arcobaleno. Si è anche persa in questi anni l’opportunità di rilanciare siti che potevano diventare degli attrattori per il turismo, come San Martino e la villa Floridiana con il museo Duca di Martina “.

 “ Eppure – conclude Capodanno - basterebbe poco per cercare quantomeno di arginare questa vera e propria ecatombe di esercizi storici. In Regione esiste una proposta di legge per valorizzare gli esercizi e le botteghe storiche della Campania che allineerebbe la nostra regione ad altre regioni italiane, dove tale normativa vige da lustri. Tale proposta è stata presentata nell’aprile del 2012 ma ancora oggi, dopo quasi due anni, non è stata ancora calendarizzata per l’approvazione in aula. Una legge del genere ha salvato tanti esercizi commerciali storici in altre città italiane, in quanto, tra l’altro, oltre ad obbligare il proprietario a non modificare la destinazione d’uso originaria, permette l’accesso a provvidenze economiche ed a sgravi fiscali, che di certo aiutano tali esercizi in periodi difficili come quello attuale “.

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