Parchi pubblici sulla collina: Abbandono e degrado
Un dossier per illustrare la situazione
Mentre in questi giorni si batte la grancassa, anche con inviti via sms, per l’ennesimo taglio del nastro che avverrà alla presenza di sindaco ed assessore in occasione dell’inaugurazione del nuovo parco in via Domenico Fontana, si glissa sulle denunce e sulle numerose segnalazioni dello stato di degrado nel quale versa il poco verde pubblico presente nella municipalità collinare.
Per questo si è deciso di realizzare un vero e proprio dossier corredato da immagini e filmati per far conoscere le carenze manutentive e l’abbandono nel quale questa amministrazione tiene i parchi e le aree a verde pubblico. Il tutto anche per capire una volta e per sempre i motivi per i quali gli addetti al settore non provvedono a svolgere l’attività per la quale sono stati assunti e vengono remunerati.
Si parte proprio da uno dei fiori all’occhiello dell’attuale amministrazione, più volte oggetto di costosi lavori manutentivi, gli ex giardinetti di via Ruoppolo, oggi parco Mascagna. Da un sopralluogo effettuato in questi giorni si è constatato che le aiuole sono quasi tutte brulle, visto che su di esse non cresce più neppure un filo d’erba e che il terreno è talmente costipato, anche nelle zone ove sorgono alcuni giochi per i bambini, che si è di fatto cementificato.
Ma l’apice dell’abbandono si raggiunge nell’aiuola dove nel novembre del 2007 fu impiantato un roseto dedicato a Sergio de Simone, in occasione del 70° anniversario della nascita dell’unico bambino italiano dei 20 che furono uccisi nella scuola di Bullenhuser Damm, e che era nato a Napoli nel quartiere Vomero, il 29 novembre 1937. Del roseto non vi è più traccia, visto che le piante si sono da tempo tutte seccate, rimanendo solo quelle ornamentali, e la targa è sbiadita e quasi illeggibile, corrosa dal tempo.
Nei prossimi giorni proseguiremo il nostro tour negli altri parchi, auspicando che gli organi d’informazione diano spazio alle documentate denunce, sui disservizi e sulle inadempienze, che provengono dai cittadini, piuttosto che diventare megafoni di un’amministrazione comunale che, alla vigilia dello sfratto da palazzo San Giacomo, continua nella mera politica degli annunci e delle inaugurazioni.