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Martedì, 23 Aprile 2024

Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Napoli: 18 gruppi in consiglio comunale. Spreco inaudito!

Un vero e proprio record nazionale, con un'evoluzione che cambia con una rapidità impressionante e che si tenta di seguire, con qualche difficoltà, alla luce dei continui salti della quaglia attuati da vari consiglieri, sull'apposito sito web del Comune di Napoli. Dalla lettura di tale sito si evince che vi sono allo stato ben otto gruppi, dunque quasi la metà del totale, costituiti da un solo consigliere che è quindi capogruppo di se stesso, quattro gruppi hanno due consiglieri e due gruppi sono formati da tre consiglieri. Solo i rimanenti quattro gruppi sono composti da quattro o più consiglieri ma la situazione ha un'evoluzione quasi quotidiana con l'approssimarsi dello scioglimento per la fine della consiliatura.

 

 

            Il maxiemendamento approvato in questi giorni dal Senato ricorrendo al voto di fiducia, nell’ambito della discussione sul cosiddetto decreto milleproroghe, che riporta a 60 i consiglieri da eleggere nei comuni che, come Napoli, superano il milione di abitanti, ripropone ancora una volta il problema degli sprechi della politica, sul quale l’attuale maggioranza in Parlamento ha speso fiumi di parole che, però, non sono state coerentemente seguite dai fatti, anzi. In un momento nel quale, peraltro, si continuano a chiedere sacrifici ai cittadini con nuove tasse e gabelle, e con l’aumento indiscriminato dei costi di servizi pubblici essenziali, come quello dei trasporti, per il quale nei prossimi giorni in Città è previsto l’aumento del ticket del 20%. Con la revoca del taglio a 48 consiglieri, rischia di ripetersi, come da più parti di sta ponendo in evidenza,  un fenomeno che ha caratterizzato l’attuale consiliatura che, peraltro, volge a termine con un consiglio comunale che da tempo non riesce a riunirsi e a deliberare, nonostante i gravi problemi che affliggono il capoluogo partenopeo, primo fra tutti, ma non unico, quello delle strade ancora una volta invase dai rifiuti solidi urbani. Infatti, mentre cresce la protesta dei napoletani per le tante vertenze irrisolte, ancora sul tappeto, come quella sul lavoro, si è costretti a registrare un altro dei primati negativi che il capoluogo partenopeo detiene da qualche anno a questa parte. Un primato che pochi conoscono ma che rappresenta l’ennesima dimostrazione del cattivo uso del pubblico danaro, peraltro in una realtà che presenta notevoli problemi, per carenza di adeguate risorse economiche, specialmente per finanziare le attività del volontariato e del terzo settore. Da un’indagine effettuata sui siti internet dei primi dieci comuni d’Italia, per numero di abitanti - ricordando che solo tre, vale a dire Roma, Milano e, appunto, Napoli, con oltre un milione di abitanti, avranno una composizione del consiglio comunale con 60 consiglieri, mentre per Comuni con popolazione da 250mila a oltre 500mila abitanti i consiglieri variano da 46 a 50 – è emerso che nel consiglio comunale partenopeo sono presenti, allo stato, ben 18 gruppi consiliari, che è il numero più elevato tra quelli esaminati. La maggior parte di tali gruppi hanno una denominazione che esiste solo nel consiglio comunale del capoluogo partenopeo, senza alcuna rappresentanza nel parlamento nazionale. Un vero e proprio record nazionale, con un’evoluzione che cambia con una rapidità impressionante e che si tenta di seguire, con qualche difficoltà, alla luce dei continui salti della quaglia attuati da vari consiglieri, sull’apposito sito web del Comune di Napoli alla pagina https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13 . Dalla lettura di tale sito si evince che vi sono allo stato ben otto gruppi, dunque quasi la metà del totale, costituiti da un solo consigliere che è quindi capogruppo di se stesso, quattro gruppi hanno due consiglieri e due gruppi sono formati da tre consiglieri. Solo i rimanenti quattro gruppi sono composti da quattro o più consiglieri ma la situazione ha un’evoluzione quasi quotidiana con l’approssimarsi dello scioglimento per la fine della consiliatura. Da ricordare che ciascun gruppo ha una propria sede - con locali che risultano dislocati in ben cinque edifici differenti, non tutti di proprietà comunale e per alcuni dei quali vengono pagati affitti onerosi - dotata di linee telefoniche e di telefax, e con una segreteria formata da dipendenti comunali appositamente distaccati. Eppure per risolvere il problema, nell’attesa che il legislatore riduca il numero di consiglieri, basterebbe una norma regolamentare che impedisca la costituzione di gruppi autonomi composti da meno del 5% dei seggi assegnati, il che equivarrebbe ad affermare che, laddove i consiglieri assegnati fossero confermati in 60, nel consiglio comunale di Napoli, per costituire un gruppo, occorrerebbero almeno tre consiglieri, con la creazione di un gruppo aggiunto dove far confluire i gruppi eventualmente costituiti da meno di tre eletti. Una situazione scandalosa quella attuale, rispetto alla quale, a questo punto, è auspicabile che al più presto intervengano anche la Magistratura contabile e gli altri organi preposti al controllo della spesa pubblica.     

 

Gennaro Capodanno

 

 

 

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