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Venerdì, 19 Aprile 2024

Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

La denuncia: A Napoli stanno scomparendo le “ botteghe storiche “

A Milano ben 321 “botteghe storiche” inserite nel 2010 nell’apposito albo, con la tutela della loro vocazione merceologica

 

 

                “ Il problema della graduale scomparsa delle  “botteghe storiche” a Napoli, viene sollevato da anni ogniqualvolta chiude qualche esercizio pubblico o qualche libreria, presenti da lustri sul territorio, ma poi, passato il momento, sulla vicenda cala il più assoluto silenzio, se non per manifestazioni, a mo’ di commemorazione, come quella organizzata dopo il clamore suscitato dalla chiusura della libreria Guida Merliani al Vomero, quartiere collinare di Napoli – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, da lustri impegnato per la salvaguardia delle antiche botteghe -.  Occorrerebbe invece che la Regione Campania, così come fatto da tempo da altre Regioni, finalmente si decidesse a legiferare in materia di tutela e valorizzazione dei locali storici, con particolare riferimento ad alberghi, ristoranti, trattorie, osterie, caffetterie e librerie. Così come da tempo, in analogia a quanto già fatto in altre città, il Comune di Napoli avrebbe dovuto con apposita delibera già istituire l’ “Albo delle Botteghe storiche  “ “.

 

“ Peraltro la questione della tutela delle botteghe storiche è stata ampiamente dibattuta anche sul piano giuridico, con sentenze della Corte Costituzionale, chiamata in causa pure all’atto dell’emanazione di un’apposita legge della Regione Lazio – puntualizza Capodanno -. L’attuale tendenza è stata quella di considerare legittimi tali tipi d’intervento che, peraltro, prevedono apposite provvidenze economiche oltre alla tutela della vocazione merceologica, intesa come mantenimento nel tempo della medesima connotazione merceologica onde evitare il subentro di altre diverse. “.

 

“ Anche altre regioni italiane, la prima delle quali fu il Piemonte, negli anni ’90 avevano già affrontato il problema  - ricorda Capodanno -. Nelle norme varate non solo si prevedeva che i Comuni si attivassero per disegnare le mappe attraverso i censimenti di tali attività, ma venivano anche stanziati fondi a disposizione dei proprietari o dei gestori per interventi tesi alla tutela, al restauro ed alla valorizzazione dei locali storici, oltre a consentire agevolazione tributarie di competenza locale “.

 

“ A Milano, per citare un esempio – prosegue Capodanno – è stata emanata un’apposita delibera nel 2004 con l’istituzione dell’ “Albo delle Botteghe storiche“, con l’obbiettivo di tutelare e difendere quelle attività commerciali ed artigiane aventi un forte radicamento urbano tale da conferire valenza di bene culturale e a rischio d’estinzione. Nel 2010 sono state censite ben 321 attività alle quali è stato conferita anche la targa di “Bottega storica” attestante il valore e lo status di bene culturale. Nella stessa delibera è previsto che “i locali riconosciuti come “Botteghe Storiche” vedranno tutelata la vocazione merceologica determinatasi nel tempo al fine di mantenere anche nel futuro la medesima connotazione con preciso  riferimento alla particolare merceologia onde evitare il subentro di altre diverse “. “

 

“ La Regione Campania ed il Comune di Napoli, invece, marcano, anche rispetto a questo problema, forti ritardi – sottolinea Capodanno -, contribuendo così alla perdita di pezzi importanti della storia partenopea, come hanno dimostrato le recenti vicende alla ribalta delle cronache, come quello della chiusura della libreria Guida Merliani al Vomero che ha destano disappunto e malcontento tra i numerosi clienti affezionati alla storica libreria, peraltro punto d’incontro e di riferimento culturale importante per tutta la Città “.

 

“ Anche le associazioni di categoria, invece che limitarsi a lanciare solo allarmi, - conclude Capodanno – dovrebbero mobilitarsi affinché gli Enti preposti adottino in tempi brevi i provvedimenti di rispettiva competenza, prima che a Napoli ed in Campania scompaiano del tutto i locali storici, potenziali destinatari di una tale tutela “.

 

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