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Venerdì, 29 Marzo 2024

Vomero

A cura di Gennaro Capodanno

Capri: DNA dei cani, una vecchia proposta del sindaco di Bologna

Il progetto fu abbandonato perché presentava problemi sia sul piano legale che sul piano economico. Si trattava di spedire in strada i vigili urbani, invece che per regolare il traffico, a raccogliere gli escrementi abbandonati dei cani. Successivamente tali escrementi andavano inviati ad un laboratorio specializzato per fare il test del DNA, con un costo di circa 70 euro a campione, per il solo materiale, senza contare il personale, costi che cadevano a carico dell’amministrazione comunale richiedente.

 

 

 

            Il sindaco di Capri, invece di preoccuparsi dei problemi seri che affliggono l’isola, specialmente nei periodi estivi, si dedica alla lotta al rumore generato dai lavori edili, al ticket per i giardini di Augusto ed in ultimo alle deiezioni dei cani, conquistando per l’isola un poco di spazio sulla stampa locale. L’ultima iniziativa, poi, quella dell’ordinanza che impone prelievi ematici ai cani per creare una banca dati del loro DNA sa un poco di muffa.

Difatti si tratta di una vecchia proposta dell’allora sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, che nell’aprile del 2006, vale a dire cinque anni fa, cercò di affrontare lo stesso problema presente nel capoluogo emiliano, nel quale fu stimata la presenza di ben 40mila cani, la meta dei quali regolarmente registrata, realizzando proprio una banca dati del Dna dei quattro zampe all'anagrafe canina, sulla scia di quanto era stato da tempo realizzato al riguardo in Germania, precisamente a Colonia e a Dresda. Ma il progetto fu abbandonato perché presentava problemi sia sul piano legale che sul piano economico.

Si trattava di spedire in strada i vigili urbani, invece che per regolare il traffico, a raccogliere gli escrementi abbandonati dei cani. Successivamente tali escrementi andavano inviati ad un laboratorio specializzato per fare il test del DNA, con un costo di circa 70 euro a campione, per il solo materiale, senza contare il personale, costi che cadevano a carico dell’amministrazione comunale richiedente. Non solo ma c’erano problemi pure a trovare un laboratorio che si mettesse a disposizione per portare avanti una campagna di questo tipo.

Le questioni legali nascevano anche dal costo di tale test che avrebbe dovuto essere successivamente addebitato al proprietario del cane, con presumibili ricorsi che non sembravano del tutto infondati. Nulla di nuovo il sole, come si vede, laddove invece basterebbe mettere in campo una campagna educativa mirata e continua nei confronti dei proprietari dei cani ed, inoltre, incrementare i controlli anche attraverso un sistema di videosorveglianza, nell’ambito di un progetto a più vasto raggio per i problemi di sicurezza e di ordine pubblico che da un poco di tempo a questa parte sembrano affliggere l’isola di Tiberio.

 

Gennaro Capodanno

Fondatore su Facebook del gruppo: “ Salviamo Capri, patrimonio dell’umanità “

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