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Storie&Controstorie

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A cura di Mario Amitrano

Chiaia

Zamar, ambulante derubato in via Caracciolo da due balordi

Il giovane del Bangladesh è stato avvicinato da due delinquenti in motorino che gli hanno portato via alcuni occhiali. Montature da quattro soldi che il ragazzo tenta di vendere per tirare a campare

Via Caracciolo. Pomeriggio. Zamar è del Bangladesh. Si arrangia, come tanti. Vende occhiali da quattro soldi per tirare a campare. E' un venerdì tranquillo e il giovane apre la sua povera bancarella alle spalle della fermata del'autobus dalle parti di Mergellina. Solito via-vai di gente e curiosi, sempre con la paura che arrivino i vigili e si debba scappare precipitosamente.

Sul marciapiedi sale una coppia di giovani in motorino. Si avvicinano a Zamar e senza scendere dal mezzo gli chiedono di guardare e provare alcuni occhiali. Il ragazzo si mette a disposizione, offre anche uno specchio ai due per guardare come gli stanno. Poi, con mossa fulminea, quello che guida prende un altro paio di lenti oltre a quelle che ha inforcato, il giovane dietro ne arraffa altre due paia e via, una forte accelerazione e Zamar è fregato. Inutile il tentativo di inseguimento, anzi è peggio, perchè uno dei due delinquentri, quello seduto dietro, gli assesta anche un paio di sganassoni sulle mani.

Una signora, con figlia al seguito, si avvicina a Zamar e lo rincuora, gli offre anche qualche soldo per risarcirlo del danno subito. Lo stesso fa il vostro cronista, che pure ha assistito alla scena e chiede scusa al giovane da parte di tutti i napoletani per bene. Nel frattempo i due delinquenti, rapinatori senza scrupoli, indegni di essere definiti napoletani, sono già fuggiti via, rischiando anche di investire un paio di passanti e poi chissà, forse a caccia di altre facili prede. Zamar quegli occhiali li aveva pagati due euro e cinquanta centesimi l'uno. Gliene hanno portati via quattro: un danno di 10 euro, in parte risarcito dal punto di vista economico, ma impossibile da risarcire dal punto di vista morale. Nel frattempo, la signora che aveva rincuorato il giovane, se n'era andata lasciandogli un sorriso e un tristissimo "Mi vergogno di essere napoletana". 

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