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Redazione

Facce di bronzo

Berlusconi intercede per l'accordo con l'Udc, barattando Caserta con un carico di voti. De Luca alle strette, dichiarazioni sconcertanti e nuove evidenze giudiziarie.

La si potrebbe narrare come uno scontro tra titani, pronti a ruzzolarsi nel fango, portatori di non poche macchie. Dopo una settimana di battibecchi, la questione con l’Udc è chiusa. C’è voluta “la mano di Dio” per mettere pace ai capricci di Cosentino. Il premier, corregge l’ostentata sicurezza, paventata a proposito delle elezioni ad un cena per presentare la candidata del Lazio: «E' quasi inutile fare campagna, abbiamo già vinto».

 

I voti dell’Udc però, non possono andare al macero in una Campania indecisa ed abbandonata, così il presidente del Consiglio, che si dice abbia seguito con interesse la vicenda, ha chiamato Cesa per chiudere l’accordo. Domenico Zinzi ottiene il lasciapassare per Caserta. La prospettiva è così clamorosa per Rotondi che, preso da un eccesso di fede, annuncia che con Caldoro: «Sarà l’Italia a seguire la Campania come tante volte è avvenuto nella storia del nostro Paese».

 

La politica rosa, chiama una Carfagna promotrice del lavoro femminile, poi si addentra in un questione più complicata: «Innanzi tutto la sicurezza e la legalità, senza le quali non potranno esserci né crescita né sviluppo. Sulla sanità, poi, serve una svolta radicale: mai più nomine imposte dalle tessere di partito, ma effettuate con criteri trasparenti e meritocratici. Oggi la Campania spende più delle altre Regioni ed offre servizi scadenti costringendo i suoi cittadini a curarsi al Nord. Non deve più accadere».

 

Si potrebbe dire che è quantomeno azzardato parlare di ripristino della legalità con una maggioranza alle spalle che ha tagliato oltre 3 miliardi di fondi per le forze dell’ordine, che si trovano a dover rinunciare ai controlli perché non hanno benzina o non possono sopperire alle montagne di pratiche che occupano gli uffici per mancanza di personale. Il discorso del ministro delle Pari Opportunità, continua a premere sulla chiusura delle porte ai clientelismi, ma che fine farà allora la Lonardo?

 

La politica dell’Udeur per le nomine non sembra aver tratto alcun insegnamento dalle vicende che hanno portato la moglie dell’europarlamentare Mastella a processo. Le prime nomine sono state assegnate ad elementi a personaggi legati ad enti pubblici, ciò lascia pensare ad una forma di baratto per i voti che questi potrebbero portare con sé. La Lonardo attinge dal Forum regionale della gioventù e dal comitato regionale dell’Inps, non si fa mancare un indagato, ma si avvale della forza di un magistrato della Direzione antimafia.

 

La Federazione della sinistra, incapace di riconoscere la proclamata inversione di marcia del Pd nella candidatura di De Luca, si stacca dalla costola del partito per presentarsi alle elezioni con un proprio simbolo e una propria lista. Qualcuno sembra trovare la bussola della ragionevolezza, mentre c’è ancora speranza per Sonia Alfano che Di Pietro torni sui suoi passi, ammettere l’errore è molto meglio che perseverare.

 

In una nota dichiara: «Sono ancora esterrefatta per la candidatura dell'ex sindaco di Salerno De Luca. Sono disgustata dalle sue attestazioni di stima nei confronti di Silvio Berlusconi e dal suo essere orgoglioso dei rinvii a giudizio a suo carico, dovuti secondo lui ad una forma di altruismo nei confronti di lavoratori. Come dire che il fine giustifica i mezzi. Non condivido, ovviamente.

 

Sono esterrefatta anche alla luce della notizia riportata oggi da Il Fatto Quotidiano, cioè la condanna in primo grado a quattro mesi di reclusione per aver autorizzato lo sversamento di rifiuti in una discarica abusiva». Il deputato europeo dell'Idv Sonia Alfano, ricorda che: «De Luca ha detto che una condanna lo obbligherebbe moralmente a dare le proprie dimissioni. Immagino si riferisse ad una condanna in primo grado, dato che una condanna definitiva lo obbliga alle dimissioni per legge e non per moralità, come ha lasciato intendere lui.

 

In tutto questo c'è pure l'aggravante di non aver rinunciato alla prescrizione come tutti i colpevoli. Bene attendiamo adesso, se questo signore ha una dignità, che ritiri la propria candidatura e sparisca definitivamente dalla scena politica, dato che la condanna c'è già, così da risparmiare tempo e denaro. Mi aspetto altresì che l'Idv, che ovviamente non era a conoscenza di tutto questo, faccia un grande passo indietro alla luce di questi fatti, per uscire da questa vicenda che sta facendo male alla base del partito, alla tanta gente onesta che ne fa parte e che ha sostenuto l'Italia dei Valori, credendoci profondamente. Questo partito - conclude - ha sempre difeso i valori costituzionali la legalità e la trasparenza, e appoggiando un condannato li tradisce palesemente».

 

Poco importano i discorsi di Scampia e il nuovo nomignolo “Demolition man” cucito sulla faccia di bronzo del sindaco, quanto scoperto sugli sversamenti di rifiuti e lo stoccaggio abusivo, peraltro riscontrabile su wikipedia, anneriscono ancora di più la sua figura. Per questo passo falso, l’Idv ha perso la stima del Movimento delle agende rosse, con le quali più volte era sceso nelle piazze a denunciare le scomode verità che intrecciano gli affari di mafia e Stato. La Campania non può essere libera nel compromesso, come non lo sarà su una maggioranza costruita sulle ambite poltrone.

 

 

Fabio Raimo

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