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Venerdì, 19 Aprile 2024
Paese, città e coscienza

Paese, città e coscienza

A cura di architetto Mariano Lebro

Libera analisi di un Paese in “caduta libera” .

Paese, città e coscienza

Talebani d’Italia

Mia madre mi diceva che vi sono guerre e guerre, ma nessuna giustifica la perdita di un solo uomo: tutte le guerre sono uguali, ma alcune appaiono più accettabili. Da quella per il “tozzo di pane”, a quella per il lavoro… e poi ancora a quella per i diritti civili… ed altre. Ogni giorno combattiamo una battaglia, piccola o grande “guerra” che sia. Nel nostro Paese –ormai bollito come la rana di Noam Chosky– si discute liberamente solo sul diritto civile di vivere liberamente la propria sessualità. La necessità di lottare per i diritti essenziali, per noi italiani (ma non solo) è un po’ “forzatamente”… assopita. A risvegliarci, in questi giorni (ma con tempistiche lievemente diverse) tre situazioni che segneranno la storia di questo primo quarto del 22° secolo: la disfatta statunitense di Kabul,  la pandemia Covid19, l’emergenza climatica/ambientale ed, aggiungerei, la probabile “robotizzazione della classe operaia”. Oggi questi ci sembrano molto diversi e ben distanti, ma il tempo vedrete ne darà una visione molto più complessiva perché capaci di incidere sulla nostra civiltà e sul futuro stile di vita della comunità mondiale. 

Con la resa degli americani ci siamo trovati a fare i conti con una realtà tribale che credevamo ormai scomparsa e debole. L’occidente tronfio delle sue sicurezze, oggi si deve cospargere il capo di cenere. Certamente hanno fallito gli statunitensi che, oltre a fare i propri affari, esportavano anche un ideale di libertà. Certo un ideale che a saper vedere nascondeva una realtà opportunista e molto meno idealista, ma almeno si esportava un’idea, un concetto di libertà. Il Presidente Joe Biden ha ritenuto di ritirarsi dal conflitto e seppur ne aveva tutto il diritto, lo ha fatto senza considerare l’effetto destabilizzante che questa scelta avrebbe avuto non solo da un punto di vista militare in quel determinato spazio dello scacchiere geo-politico, ma anche globalmente da un punto di vista culturale ed economico. Credo che il danno indotto all’economia globale sarà davvero ingente. Sarà più difficile per qualsiasi Stato affidarsi al colosso statunitense e più in generale all’occidente poiché: “gli occidentali oggi, se stai affogando ti stringono la mano e ti tengono su se nell’altra mano vedono qualcosa che brilla. Se poi “la marea” sale e hai perso quanto avevi nell’altra mano, non avranno alcun scrupolo a lasciarti “affogare”. Un danno enorme che non rende giustizia ai tanti morti di entrambe le parti. Ma da cosa deriva questo atteggiamento se non dalla convinzione che ognuno deve pensare solo a se stesso. È l’apoteosi dell’egoismo più assoluto semplicemente emerso da politiche aggressive prive non solo della morale, ma anche di una ampia visione etica. Cose di questi tempi. Paradossalmente, seppure in maniera mendace, il nuovo governo talebano di Kabul, nascondendo ad arte le tonnellate di oppio e gli altri traffici sotto il tappetino di casa, si mostrano come forze ispirate da Dio e paladine della tradizione. Un messaggio comunque forte e talvolta vincente…  Vediamo allora chi trae beniefici della situazione. In primo luogo le due super potenze più vicine a quel quadrante geo-politico: Cina e Russia. Con loro uno sciame di altri Paesi assetati di partecipare al banchetto, tra questi ultimi anche “l’ingenua Italia”. In particolare la Cina insegue il suo sogno di potenza egemone, stringe rapporti privilegiati con i “vincenti” e lo fa in modo ancora più pericoloso perché libera da ogni altra ideologia: il potere è potere e i soldi “non puzzano”. Abbandonata l’ortodossia comunista di Mao Tse-tung a favore di una politica “liberal-comunista” che tanto piace ai banchieri e alla finanza “estrema”. Per la nuova Cina il mercato è divenuto non solo un terreno di confronto economico, ma più presumibilmente politico e dunque, seppure per estensione del concetto, militare. Per questi motivi, esposti così sinteticamente, non meravigliatevi se tra i “nuovi” padroni della scena mondiale e i vecchi, alla fine sceglierei sempre i “vecchi”, ossia gli Stati Uniti. Fosse solo per l’ostentazione, talvolta anche ipocrita ma in fondo sincera, della fede nella libertà individuale.

Nel frattempo l’Italia politica ha perso quel che restava della sua dignità. Resistono i Corpi dello Stato, sempre fedeli alla Costituzione ed al popolo sovrano. I nostri militari in Afghanistan (e non solo) per il momento ci rendono ancora fieri di appartenere a questa nazione. Nel frattempo però c’è chi si diverte ad offendere i cittadini non ben allineati e ad agitare uno straccio rosso sotto il naso di chi ha già subito privazioni e difficoltà senza ancora ricevere risposte concrete, se non quella di veder mettere gli uni contro gli altri. A cosa servono le sceneggiate sapientemente veicolate sui media di alcuni personaggi contro i no-vax e, ancor peggio, contri i no green pass? Ancora “l’imperatore di turno” segna come untori i “cristiani”, e questo ha notevoli similitudini con i talebani. Che la “cultura” talebana abbia già estimatori tra i nostri politici, e abbia già fatto proseliti tra i cittadini? A chi si devono rivolgere i cittadini che vedono cancellare i propri diritti costituzionali? All’ONU? Esagerazione o paradosso? Lo spero… 

Chi al momento ricopre le più alte cariche dello Stato, dovrebbe comunque e sempre ricordare che non rappresenta una sola fazione, ma l’intero popolo. Dovrebbe anche ricordare che in una moderna società ognuno di noi ha un compito ed è avvilente assistere alla confusione dei ruoli alla presa con un ridicolo scientismo. Si consideri che il bello della scienza è la sua capacità di evoluzione, di superamento dei limiti. La prassi non è la tendenza del momento, ossia modificare la Costituzione, perché si adatti alla “scienza del momento”. 

La speranza è che si ritrovi quella limpidezza del pensiero oggi persa perché in verità quanto era accettabile un anno fa non lo è più oggi.  La politica di questi anni ha grandi responsabilità, ma non facciamo che debba essere considerata come la responsabile del crollo dei principi costituzionali di questo Paese. Fatelo per noi, fatelo per voi…  Fatelo semplicemente ricordando che tutto ha una fine.

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