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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Paese, città e coscienza

Paese, città e coscienza

A cura di architetto Mariano Lebro

Primo monitoraggio a distanza di un cardiopatico: al Monaldi si fa la storia

C’è chi gioca a fare la guerra e chi invece “si gioca la vita” a salvare vite

C’è chi gioca a fare la guerra e chi invece “si gioca la vita” a salvare vite. Sembra strano ma è vero… sono gli strani giochi di un’umanità forse davvero divisa in razze diverse, ove per “razza ovviamente non intendo gli aspetti esteriori, ma le “caratteristiche interiori”… Bene allora porre l’attenzione su notizie in apparente contrasto, anche nel piccolo della nostra regione. È il caso della sanità campana (e non solo) che sembra tornare a livelli da “pre-civilizzazione industriale”, quando oramai tutto sembrerebbe avviato all’emergenza perenne e si susseguono dichiarazioni sull’onda di una spasmodica ricerca del consenso attraverso l’abuso di media e social, alcune notizie sembrano davvero appartenere ad un altro mondo, ad un’altra Napoli. Ma quanto ci fa bene sentire, vedere, leggere di quest’altra Napoli! Quella città troppo spessa lontana dai riflettori e dalle cronache. Eppure tanto operosa e autenticamente aulica… Vedo in tal senso la notizia, tra l’altro già seguita da questa testata (vedi NapoliToday del 01-03-2023) sulla ricerca “Selene” condotta dall’Ospedale Monaldi (Azienda Ospedaliera dei Colli) con la Biotronik.

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Svolta

Il “Monaldi” è ben noto ai cittadini e alla comunità scientifica per il suo alto profilo scientifico espresso nella cardiologia. Quanto riporto oggi è –almeno per me– una notizia ancora più entusiasmante per la collettività (che non raccoglie i soli “sani”): finalmente è iniziata la fase operativa! Il 27 aprile è stato dato inizio al monitoraggio a distanza del primo paziente in Europa (ma più probabilmente al mondo): un evento storico. Si tratta, come alcuni ricorderanno, della possibilità di seguire alcuni cardiopatici– con un sistema predittivo del peggioramento dello scompenso cardiaco. È ovviamente ancora grazie all’ospedale Monaldi e ad un suo pull di medici, scienziati e tecnici guidati da Dott. Antonio D’Onofrio, che la sanità napoletana e campana viene letteralmente sollevata a livelli di eccellenza mondiale. Dopo l’intuizione e la ricerca… la concretezza dei fatti. Quanto rende ancora più entusiasmante la notizia, è sapere che sono ben 32 i centri coinvolti sul territorio nazionale (ma anche 2 in Spagna ed altri oltreoceano). Nei piccoli locali messi a disposizione dalla azienda ospedaliera , è dunque avvenuto un piccolo (o grande) miracolo che salverà molte vite con enormi risparmi (a proposito di costi/benefici). Mi piace scrivere di questa notizia anche perché è la storia del buon rapporto che talvolta si può ottenere tra pubblico e privato. Quando si persegue un bene comune possono essere sfatati i luoghi comuni. Se altissime erano le aspettative di quei malati a cui è stato impiantato un dispositivo medico sanitario di ultima generazione, oggi l’avvio del programma operativo fa di queste aspettative la certezza di un futuro più roseo. Il dottor A. D’Onofrio dichiara che si potranno prevedere due su tre ricoveri, ossia che il sistema gestisce il problema con circa il 66% di sensibilità alle agli eventi degenerativi. I disturbi potranno essere allertati, o se preferite “previsti”, 42 giorni prima di un imminente ricovero del paziente per scompenso cardiaco. Quanto ha di eccezionale è il risultato della combinazione di ben otto parametri che attraverso un’unica valutazione oggettiva, conun processo decisionale altamente affidabile, si arriva ad una diagnosi tempestiva. Ma tutto questo non giova solo al malato, al singolo cittadino, ma anche al sistema sanitario regionale e nazionale per gli enormi risparmi in termini economici e di risorse umane. Sappiamo che l’insufficienza cardiaca è una delle principali cause di ospedalizzazione e poiché ad ogni ricovero si riflette un peggioramento della prognosi per il paziente, tutto ciò ha un valore difficilmente quantizzabile in termini di qualità della vita. Per il sistema sanitario è invece facile misurare la questione in termini di risparmio economico. Va sottolineato tra l’altro che in Europa, il 44% dei pazienti viene nuovamente ricoverato entro i successivi 12 mesi. L’identificazione precoce di un episodio di scompenso aumenta le opzioni terapeutiche per i pazienti con tutto quanto ne consegue. È ancora poco? Ditelo a chi soffre di disturbi cardiaci…

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